Quare talis improborum
consensio non modo excusatione amicitiae tegenda non est sed potius supplicio omni vindicanda est, ut ne quis concessum putet
amicum vel bellum patriae inferentem sequi; quod quidem, ut res ire coepit, haud scio an aliquando futurum sit. Mihi autem non
minori curae est, qualis res publica post mortem meam futura, quam qualis hodie sit.
Versione tradotta
Dunque, non solo non si deve coprire con la scusa dell'amicizia l'accordo con i malvagi, ma piuttosto lo si deve
colpire con ogni specie di pene, affinché nessuno pensi che sia lecito seguire un amico persino se fa guerra alla patria: e
questo invero, da come hanno cominciato ad andare le cose, non so se non avverrà. A me, del resto, non dà meno da pensare in
qual condizione sarà lo stato dopo la mia morte, che non in quale condizione sia già oggi.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone