Agricola, Paragrafo 44 - Studentville

Agricola, Paragrafo 44

Natus erat Agricola Gaio Caesare tertium consule

idibus Iuniis: excessit quarto et quinquagesimo anno decimum kalendas Septembris Collega Priscoque consulibus. Quod si

habitum quoque eius posteri noscere velint decentior quam sublimior fuit; nihil impetus in vultu: gratia oris supererat. Bonum

virum facile crederes magnum libenter. Et ipse quidem quamquam medio in spatio integrae aetatis ereptus quantum ad gloriam

longissimum aevum peregit. Quippe et vera bona quae in virtutibus sita sunt impleverat et consulari ac triumphalibus ornamentis

praedito quid aliud adstruere fortuna poterat? Opibus nimiis non gaudebat speciosae [non] contigerant. Filia atque uxore

superstitibus potest videri etiam beatus incolumi dignitate florente fama salvis adfinitatibus et amicitiis futura effugisse.

Nam sicut ei [non licuit] durare in hanc beatissimi saeculi lucem ac principem Traianum videre quod augurio votisque apud

nostras auris ominabatur ita festinatae mortis grande solacium tulit evasisse postremum illud tempus quo Domitianus non iam per

intervalla ac spiramenta temporum sed continuo et velut uno ictu rem publicam exhausit.

Versione tradotta

Agricola era nato da

Gaio Cesare, console per la terza volta alle idi di Giugno: morì a 54 anni quando erano consoli Collega e Priscino, dieci

giorni prima delle calende di settembre (23 agosto). E se i posteri volessero conoscere anche il suo aspetto esteriore, egli

era ben proporzionato più che alto di statura; senza nessuna espressione di passionalità nel volto: prevaleva la gentilezza

dell’espressione. Lo si sarebbe facilmente creduto un uomo buono ed un uomo dotato di grandi qualità morali. E benché strappato

alla vita proprio nel pieno di un’età ancora valida, tuttavia per quanto riguarda la gloria visse fino in fondo un’età

lunghissima. Infatti egli si era colmato delle vere buone qualità che si trovano nelle virtù, e a lui ex console e fornito

degli ornamenti del trionfo cos’altro la sorte avrebbe potuto dare in aggiunta ? Non godeva di ricchezze eccessive, del resto

gli era toccato una ragguardevole sostanza. Oltre al fatto di lasciare in vita la figlia e la moglie egli può essere

considerato felice perché sfuggì i tempi futuri, quando la sua dignità era ancora intatta, la sua fama potente, i vicini e gli

amici salvi. Infatti come non gli fu concesso di riuscire a vivere fino all’aurora di un periodo fortunatissimo e fino a vedere

il principe Traiano, cosa che si augurava col presentimento e con il desiderio nei colloqui familiari, così ricevette come

grande compenso della morte di sfuggire quell’ultimo periodo in cui Domiziano, senza più pause di tempo in cui si poteva tirare

il fiato, ma in continuazione e come in un sol colpo annientò lo stato.

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