Natus erat Agricola Gaio Caesare tertium consule
idibus Iuniis: excessit quarto et quinquagesimo anno decimum kalendas Septembris Collega Priscoque consulibus. Quod si
habitum quoque eius posteri noscere velint decentior quam sublimior fuit; nihil impetus in vultu: gratia oris supererat. Bonum
virum facile crederes magnum libenter. Et ipse quidem quamquam medio in spatio integrae aetatis ereptus quantum ad gloriam
longissimum aevum peregit. Quippe et vera bona quae in virtutibus sita sunt impleverat et consulari ac triumphalibus ornamentis
praedito quid aliud adstruere fortuna poterat? Opibus nimiis non gaudebat speciosae [non] contigerant. Filia atque uxore
superstitibus potest videri etiam beatus incolumi dignitate florente fama salvis adfinitatibus et amicitiis futura effugisse.
Nam sicut ei [non licuit] durare in hanc beatissimi saeculi lucem ac principem Traianum videre quod augurio votisque apud
nostras auris ominabatur ita festinatae mortis grande solacium tulit evasisse postremum illud tempus quo Domitianus non iam per
intervalla ac spiramenta temporum sed continuo et velut uno ictu rem publicam exhausit.
Versione tradotta
Agricola era nato da
Gaio Cesare, console per la terza volta alle idi di Giugno: morì a 54 anni quando erano consoli Collega e Priscino, dieci
giorni prima delle calende di settembre (23 agosto). E se i posteri volessero conoscere anche il suo aspetto esteriore, egli
era ben proporzionato più che alto di statura; senza nessuna espressione di passionalità nel volto: prevaleva la gentilezza
dellespressione. Lo si sarebbe facilmente creduto un uomo buono ed un uomo dotato di grandi qualità morali. E benché strappato
alla vita proprio nel pieno di unetà ancora valida, tuttavia per quanto riguarda la gloria visse fino in fondo unetà
lunghissima. Infatti egli si era colmato delle vere buone qualità che si trovano nelle virtù, e a lui ex console e fornito
degli ornamenti del trionfo cosaltro la sorte avrebbe potuto dare in aggiunta ? Non godeva di ricchezze eccessive, del resto
gli era toccato una ragguardevole sostanza. Oltre al fatto di lasciare in vita la figlia e la moglie egli può essere
considerato felice perché sfuggì i tempi futuri, quando la sua dignità era ancora intatta, la sua fama potente, i vicini e gli
amici salvi. Infatti come non gli fu concesso di riuscire a vivere fino allaurora di un periodo fortunatissimo e fino a vedere
il principe Traiano, cosa che si augurava col presentimento e con il desiderio nei colloqui familiari, così ricevette come
grande compenso della morte di sfuggire quellultimo periodo in cui Domiziano, senza più pause di tempo in cui si poteva tirare
il fiato, ma in continuazione e come in un sol colpo annientò lo stato.
- Letteratura Latina
- Agricola di Tacito
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