De Amicitia Paragrafo 45: versione tradotta - StudentVille

De Amicitia, Paragrafo 45

Nam quibusdam,

quos audio sapientes habitos in Graecia, placuisse opinor mirabilia quaedam (sed nihil est quod illi non persequantur

argutiis): partim fugiendas esse nimias amicitias, ne necesse sit unum sollicitum esse pro pluribus; satis superque esse sibi

suarum cuique rerum, alienis nimis implicari molestum esse; commodissimum esse quam laxissimas habenas habere amicitiae, quas

vel adducas, cum velis, vel remittas; caput enim esse ad beate vivendum securitatem, qua frui non possit animus, si tamquam

parturiat unus pro pluribus.

Versione tradotta

A certuni, che sento dire essere stati ritenuti in Grecia sapienti, piacquero certe idee, per

mio conto strane (ma non c’è nulla su cui quella gente non cavilli): parte ritengono che sian da fuggire amicizie troppo

intime, affinché non debba uno solo darsi pensiero per parecchi; che ognuno ne ha abbastanza e d’avanzo delle sue proprie

cose, e troppo impicciarsi dei fatti altrui è cosa molesta; la miglior cosa è invece tener le redini dell’amicizia più lente

che si può, e tirarle quando tu voglia, o tirate allentarle; punto capitale, infatti, a viver felici, è la tranquillità, della

quale non può godere l’animo, se uno solo deve in certo modo soffrire i travagli del parto per parecchi.

  • Letteratura Latina
  • De Amicitia di Cicerone
  • Cicerone

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