Quem ad modum igitur eum dies non fefellit? Dixi equidem modo. Dictatoris Lanuvini stata sacrificia nosse negoti nihil erat. Vidit necesse esse Miloni proficisci Lanuvium illo ipso quo est profectus die. Itaque antevertit. At quo die? Quo ut ante dixi fuit insanissima contio ab ipsius mercenario tribuno plebis concitata: quem them ille quam contionem quos clamores nisi ad cogitatum facinus approperaret numquam reliquisset. Ergo illi ne causa quidem itineris etiam causa manendi: Miloni manendi nulla [facultas] exeundi non causa solum sed etiam necessitas fuit. Quid? si ut ille scivit Milonem fore eo die in via sic Clodium Milo ne suspicari quidem potuit?
Versione tradotta
Come accadde, dunque, che non si sbagliò di data? A onor del vero ve l'ho detto poco fa: era cosa da nulla conoscere i sacrifici del dittatore di Lanuvio, fissati in un giorno ben preciso. Capì che Milone doveva necessariamente partire per Lanuvio proprio il giorno in cui vi si recò: allora lo prevenne. Ma in quale giorno? Il giorno in cui, come ho detto prima, ebbe luogo quella caotica assemblea popolare, organizzata da un tribuno della plebe assoldato da lui: a quel giorno, a quell'assemblea, a quei tumulti Clodio non avrebbe mai rinunciato se non avesse avuto fretta di compiere il delitto premeditato. Egli, dunque, non aveva alcuna ragione di mettersi in viaggio, anzi ne aveva di restare, mentre per Milone non c'era alcuna possibilità di rimanere e non solo un motivo, ma addirittura la necessità di partire. Che direte, poi, se vi proverò che, mentre Clodio venne a sapere che quel giorno Milone si sarebbe messo in viaggio, Milone invece non poteva neppure sospettare che altrettanto avrebbe fatto Clodio?
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone