Hoc modo hanc causam disceptari oportet, non ab atomis errantibus et
de via declinantibus petere praesidium. ‘Declinat’, inquit, ‘atomus’. Primum cur? aliam enim quandam vim motus
habebant a Democrito inpulsionis, quam plagam ille appellat, a te, Epicure, gravitatis et ponderis. Quae ergo nova causa in
natura est, quae declinet atomum? aut num sortiuntur inter se, quae declinet, quae non? aut cur minimo declinent intervallo,
maiore non? aut cur declinent uno minimo, non declinent duobus aut tribus?
Versione tradotta
Occorre discutere la questione sotto
tale ottica, senza cercare una difesa negli atomi che vagano nel vuoto e deviano dal proprio asse. «L'atomo», sostiene
Epicuro, «devia». Primo: perché? A parere di Democrito avevano, in effetti, una qualche altra forza di movimento, l'impulso,
che egli chiama colpo, mentre secondo te, o Epicuro, si muovono in virtù della gravità e del peso. Quale nuova causa si trova
dunque nella natura, per cui l'atomo dovrebbe deviare? Forse traggono a sorte tra di loro quale atomo debba deviare e quale
no? O perché deviare di uno scarto minimo, e non maggiore? O ancora, perché di un solo scarto minimo e non di due o di tre?
Questo significa esprimere desideri, non argomentare.
- Letteratura Latina
- De Fato di Cicerone
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