Quam ob rem si cadit in sapientem animi dolor, qui profecto cadit, nisi ex eius animo
exstirpatam humanitatem arbitramur, quae causa est cur amicitiam funditus tollamus e vita, ne aliquas propter eam suscipiamus
molestias? Quid enim interest motu animi sublato non dico inter pecudem et hominem, sed inter hominem et truncum aut saxum aut
quidvis generis eiusdem? Neque enim sunt isti audiendi qui virtutem duram et quasi ferream esse quandam volunt; quae quidem est
cum multis in rebus, tum in amicitia tenera atque tractabilis, ut et bonis amici quasi diffundatur et incommodis contrahatur.
Quam ob rem angor iste, qui pro amico saepe capiendus est, non tantum valet ut tollat e vita amicitiam, non plus quam ut
virtutes, quia non nullas curas et molestias adferunt, repudientur.
Cum autem contrahat amicitiam, ut supra dixi, si qua
significatio virtutis eluceat, ad quam se similis animus applicet et adiungat, id cum contigit, amor exoriatur necesse est.
Versione tradotta
Per la qual cosa, se l’animo
del sapiente è accessibile al dolore, e certo lo è, a meno di pensare che dal suo animo sia estirpata la natura stessa
d’uomo, che ragione v’è che togliamo radicalmente dalla vita l’amicizia, per non incontrare a cagion d’essa qualche
molestia? E tolto ogni moto dell’animo, che differenza v’è non dico tra la bestia e l’uomo, ma tra l’uomo e il
tronco o il sasso o una qualsiasi cosa di tal genere? Né sono da ascoltare coloro i quali vogliono che in certo modo la virtù
sia dura e quasi ferrea. Mentre essa realmente come in molte altre cose, così nell’amicizia è tenera e malleabile, tanto che
ad uno, sia pur virtuoso, s’allarga il cuore per i beni d’un amico, gli si stringe per i suoi mali. Perciò codesta
angoscia, che si deve spesso soffrire per un amico, non basta a far togliere dalla vita l’amicizia, non più che s’abbiano
a ripudiare le virtù per gli affanni e le molestie che portano.
Poiché fa nascere l’amicizia, come dicevo prima, qualche
segno di virtù che da qualcuno splenda, alla quale un animo che le somigli si stringe e unisce, quando questo avviene non può
non esser che nasca l’amore.
- De Amicitia
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone