Iugurtha ubi Metelli dicta cum factis composuit ac se suis
artibus temptari animaduertit quippe cui verbis pax nuntiabatur ceterum re bellum asperrimum erat urbs maxima alienata ager
hostibus cognitus animi popularium temptati coactus rerum necessitudine statuit armis certare. Igitur explorato hostium itinere
in spem victoriae adductus ex opportunitate loci quam maximas potest copias omnium generum parat ac per tramites occultos
exercitum Metelli anteuenit. Erat in ea parte Numidiae quam Adherbal in divisione possederat flumen oriens a meridie nomine
Muthul a quo aberat mons ferme milia viginti tractu pari vastus ab natura et humano cultu. Sed ex eo medio quasi collis
oriebatur in immensum pertingens uestitus oleastro ac murtetis aliisque generibus arborum quae humi arido atque harenoso
gignuntur. media autem planities deserta penuria aquae praeter flumini propinqua loca; ea consita arbustis pecore atque
cultoribus frequentabantur.
Versione tradotta
Giugurta, mettendo a confronto le parole di Metello con i fatti,
si rese conto di
essere raggirato con le sue stesse arti. A parole gli
veniva promessa la pace, nei fatti era già guerra spietata: la
sua più
grande città occupata, il suo territorio esplorato dai nemici, i suoi
sudditi sobillati. Egli
pertanto, costretto dalla necessità, decise di
ricorrere alle armi. Quindi, dopo una ricognizione della marcia
compiuta
dai nemici, indotto a sperare nella vittoria dal favore del terreno,
raccoglie il maggior numero
possibile di forze di ogni genere e, passando
per sentieri nascosti, precede l'esercito di Metello. In quella parte
della Numidia, che nella spartizione era toccata ad Aderbale, vi era un
fiume di nome Muthul, che nasceva a
mezzogiorno e, parallela ad esso, a
venti miglia circa, sorgeva una catena montuosa brulla e incolta. Ma
pressappoco dal centro di questa catena si staccava un colle che si
estendeva a perdita d'occhio, tutto ricoperto di
oleastri, di mirteti e di
altri tipi di arbusti, che attecchiscono nel terreno arido e sabbioso.
La
pianura nel mezzo era deserta per la mancanza d'acqua, eccettuati i
terreni più vicini al fiume, che erano piantati
ad alberi e davano
ospitalità a greggi e pastori.
- Letteratura Latina
- Par. 30-59
- Sallustio