De Fato, Paragrafo 5 - Studentville

De Fato, Paragrafo 5

. . . quorum in aliis, ut in Antipatro poeta,

ut in brumali die natis, ut in simul aegrotantibus fratribus, ut in urina, ut in unguibus, ut in reliquis eius modi, naturae

contagio valet, quam ego non tollo–vis est nulla fatalis; in aliis autem fortuita quaedam esse possunt, ut in illo naufrago,

ut in Icadio, ut in Daphita. Quaedam etiam Posidonius (pace magistri dixerim) comminisci videtur; sunt quidem absurda. Quid

enim? si Daphitae fatum fuit ex equo cadere atque ita perire, ex hocne equo, qui cum equus non esset, nomen habebat alienum?

aut Philippus hasne in capulo quadrigulas vitare monebatur? quasi vero capulo sit occisus. Quid autem magnum aut naufragum

illum sine nomine in rivo esse lapsum–quamquam huic quidem hic scribit praedictum in aqua esse pereundum); ne hercule Icadii

quidem praedonis video fatum ullum; nihil enim scribit ei praedictum.

Versione tradotta

... in alcuni dei quali, come nel caso del poeta Antipatro, delle persone nate nel giorno

del solstizio d'inverno, dei fratelli che si ammalano contemporaneamente, dell'urina, delle unghie e di tutti i rimanenti

esempi del genere, vale la solidarietà naturale, che io non nego, ma non vi è alcun influsso del fato; in altri casi possono

invece verificarsi alcune circostanze fortuite, ad esempio per quel naufrago, oppure per Icadio o Dafita; sembra che anche

Posidonio - sia detto con buona pace del maestro - abbia escogitato qualche esempio fittizio: palesi assurdità. Ebbene? Se il

fato di Dafita era che dovesse cadere da cavallo e così morire, doveva forse cadere da quel determinato cavallo che, non

essendo affatto un cavallo, di esso non aveva altro che il nome? E poi, era proprio la piccola quadriga incisa sull'elsa

della spada quella da cui, secondo gli avvertimenti, Filippo doveva guardarsi? Quasi fosse stato ucciso dall'elsa! Che

importanza ha, poi, se quel naufrago, che non ha nemmeno nome, è caduto in un ruscello? Eppure il nostro autore scrive che a

costui era stata predetta una morte nell'acqua. E neanche nel caso del predone Icadio, insomma, vedo alcun intervento del

fato: Posidonio non scrive infatti che qualcosa era stato predetto a Icadio.

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