Post hoc proelium collatum omne bellum est circa Corinthum ideoque
Corinthium est appellatum. Hic cum una pugna decem milia hostium Agesilao duce cecidissent eoque facto opes adversariorum
debilitatae viderentur tantum afuit ab insolentia gloriae ut commiseratus sit fortunam Graeciae quod tam multi a se victi vitio
adversariorum concidissent: namque illa multitudine si sana mens esset Graeciae supplicium Persas dare potuisse. Idem cum
adversarios intra moenia compulisset et ut Corinthum oppugnaret multi hortarentur negavit id suae virtuti convenire: se enim
eum esse dixit qui ad officium peccantis redire cogeret non qui urbes nobilissimas expugnaret Graeciae. `Nam si’ inquit `eos
exstinguere voluerimus qui nobiscum adversus barbaros steterunt nosmet ipsi nos expugnaverimus illis quiescentibus. Quo facto
sine negotio cum voluerint nos oppriment’.
Versione tradotta
Dopo questa battaglia tutta la guerra è portata intorno a
Corinto e da ciò è chiamata guerra corinzia. . Nonostante in questi luoghi avessero ucciso sotto il comando di Agesilao
diecimila nemici in una sola battaglia e nonostante l'esercito nemico sembrasse indebolito dopo questa vittoria, si astenne
dall'insolenza tipica della gloria a tal punto che deplorò la sorte della Grecia perchè tanti da lui vinti erano morti per
colpa degli avversari: infatti con quella moltitudine, se fosse stata sana la mente della Grecia, (la Grecia) avrebbe potuto
dar pena ai Persiani. . Egli, dopo aver spinto entro le mura gli avversari, nonostante molti lo esortassero a espugnare
Corinto, disse che questo non si confaceva alla sua virtu': lui era uno che costringeva a tornare all'obbedienza chi aveva
mancato ai propri doveri, non uno che espugnava le nobilissime città della Grecia. . "Infatti" disse "se vorremo uccidere
quelli che hanno combattuto con noi contro i barbari di certo noi espugneremo noi stessi mentre quelli riposeranno. Fatto
questo, senza fatica ci vinceranno quando vorranno".
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Agesilaus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote