Obliviscor iam iniurias tuas Clodia depono memoriam doloris mei; quae abs te crudeliter in meos me absente facta sunt neglego; ne sint haec in te dicta quae dixi. Sed ex te ipsa requiro quoniam et crimen accusatores abs te et testem eius criminis te ipsam dicunt se habere. Si quae mulier sit eius modi qualem ego paulo ante descripsi tui dissimilis vita institutoque meretricio cum hac aliquid adulescentem hominem habuisse rationis num tibi perturpe aut perflagitiosum esse videatur? Ea si tu non es sicut ego malo quid est quod obiciant Caelio? Sin eam te volunt esse quid est cur nos crimen hoc si tu contemnis pertimescamus? Quare nobis da viam rationemque defensionis. Aut enim pudor tuus defendet nihil a M. Caelio petulantius esse factum aut impudentia et huic et ceteris magnam ad se defendendum facultatem dabit.
Versione tradotta
Io voglio dimenticare, o Clodia, le tue ingiurie, e cancellare il ricordo delle mie sofferenze; voglio passar sopra a tutto quanto, durante mia assenza [da Roma], tu hai crudelmente operato in danno dei miei... Non siano mai dette contro di te le cose che io ho dette or ora! Questo ti chiedo, poiché gli accusatori affermano di tenere da te stessa e l'accusa e la testimonianza: se esistesse una donna, diversissima da te, quale io poc'anzi ho descritta, una meretrice per vita e costumi, e con essa un giovane avesse avuto una relazione, ti parrebbe un caso straordinariamente vergognoso e scellerato? Ebbene: se tu non sei quella donna (come io voglio pensare), di che accusano dunque Celio? Se vogliono che tu lo sia, perché dovremmo noi temere di un'accusa, che tu per prima condanni? Dacci dunque tu stessa la via e il modo della difesa: poiché, o nel tuo pudore tu escluderai che Marco Celio si sia comportato con te in modo sconveniente, oppure la tua spudoratezza darà a lui e a tutti gli altri l'arma migliore per difendersi.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone