Pro Caelio, Paragrafo 51 - Studentville

Pro Caelio, Paragrafo 51

Sed quoniam emersisse iam e vadis et scopulos praetervecta videtur oratio mea perfacilis mihi reliquus cursus ostenditur. Duo sunt enim crimina una in muliere summorum facinorum auri quod sumptum a Clodia dicitur et veneni quod eiusdem Clodiae necandae causa parasse Caelium criminantur. Aurum sumpsit ut dicitis quod L. Luccei servis daret per quos Alexandrinus Dio qui tum apud Lucceium habitabat necaretur. Magnum crimen vel in legatis insidiandis vel in servis ad hospitem domini necandum sollicitandis plenum sceleris consilium plenum audaciae!

Versione tradotta

Ma la mia difesa mi pare si sia ormai disincagliata dalle secche e abbia superato gli scogli, cosicché il residuo suo corso mi si presenta agevole. Due sono, infatti, le accuse mosse a Celio per due gravissimi misfatti contro la medesima donna; l'una, di aver preso a prestito l'oro da Clodia; l'altra, di aver preparato il veleno per uccider Clodia. L'oro lo avrebbe preso, secondo ciò che voi dite, per darlo ai servi di Lucio Lucceio, e con il loro aiuto far ammazzare Dione Alessandrino, ospite di Lucceio appunto. Delitto enorme, sia per avere insidiato la vita di un ambasciatore, sia per avere spinto degli schiavi a uccidere l'ospite del loro padrone: un proposito nero d'infamia e di temerarietà.

  • Letteratura Latina
  • Pro Caelio di Cicerone
  • Cicerone

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