Non ergo erunt
homines deliciis diffluentes audiendi, si quando de amicitia, quam nec usu nec ratione habent cognitam, disputabunt. Nam quis
est, pro deorum fidem atque hominum! qui velit, ut neque diligat quemquam nec ipse ab ullo diligatur, circumfluere omnibus
copiis atque in omnium rerum abundantia vivere? Haec enim est tyrannorum vita nimirum, in qua nulla fides, nulla caritas, nulla
stabilis benevolentiae potest esse fiducia, omnia semper suspecta atque sollicita, nullus locus amicitiae.
Versione tradotta
Non si dovrà quindi dare ascolto a uomini rammolliti dai piaceri se mai discuteranno dell'amicizia, che
essi non conoscono affatto né per teoria né per pratica. E chi v'è, per gli dèi e per gli uomini, che vorrebbe, senza amare
qualcuno né essere da qualcuno amato, nuotare in mezzo alle ricchezze e vivere nell'abbondanza? Questa è la vita dei
tiranni, vita nella quale naturalmente non v'è lealtà nessuna, nessun affetto; non può esservi nessuna fiducia che
l'affetto sia durevole; tutto sempre è sospetto e inquietudine; nessun posto v'è per l'amicizia.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone