Videamus nunc (id quod caput est) locus ad insidias ille ipse ubi congressi sunt utri tandem fuerit aptior. Id vero iudices etiam dubitandum et diutius cogitandum est? Ante fundum Clodi quo in fundo propter insanas illas substructiones facile hominum mille versabantur valentium edito adversari atque excelso loco superiorem se fore putarat Milo et ob eam rem eum locum ad pugnam potissimum elegerat? an in eo loco est potius exspectatus ab eo qui ipsius loci spe facere impetum cogitarat? Res loquitur ipsa iudices quae semper valet plurimum.
Versione tradotta
Milone, se avesse voluto tendere un'imboscata, avrebbe dovuto aspettare la notte nei pressi di Roma, mentre Clodio, pur se non avesse avuto paura di Mílone, tuttavia avrebbe dovuto temere d'avvicinarsi a Roma di notte. Esaminiamo, ora, il punto capitale: per chi dei due era più adatto ad un agguato il luogo dove avvenne lo scontro? Ma esiste ancora, giudici, motivo di dubbio e di ulteriore riflessione? Di fronte al fondo di Clodio, là dove per quelle smisurate fondamenta sarebbe stato facile che si aggirassero un migliaio d'uomini robusti, in un luogo elevato e dominante di proprietà dell'avversario, Milone avrebbe pensato d'esser superiore e di conseguenza l'avrebbe preferito per lo scontro? 0 non è stato piuttosto atteso in quel luogo da Clodio, che confidando proprio in quella posizione favorevole aveva progettato di attaccarlo? Giudici, sono i fatti, che hanno sempre il peso maggiore, a parlare da sé.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone