De Amicitia, Paragrafo 54 - Studentville

De Amicitia, Paragrafo 54

Quamquam miror, illa superbia et importunitate si quemquam amicum habere

potuit. Atque ut huius, quem dixi, mores veros amicos parare non potuerunt, sic multorum opes praepotentium excludunt amicitias

fideles. Non enim solum ipsa Fortuna caeca est sed eos etiam plerumque efficit caecos quos complexa est; itaque efferuntur fere

fastidio et contumacia nec quicquam insipiente fortunato intolerabilius fieri potest. Atque hoc quidem videre licet, eos qui

antea commodis fuerint moribus, imperio, potestate, prosperis rebus immutari, sperni ab iis veteres amicitias, indulgeri novis.

Versione tradotta

Quantunque, io mi meraviglio che con quella sua superbia e intrattabilità abbia potuto avere qualcuno

amico. E come il carattere di costui, che ho detto, non poté procurargli veri amici, così i mezzi stessi degli strapotenti

rendono impossibili fedeli amicizie, con loro. Infatti, la fortuna non è solamente cieca, ma per lo più rende ciechi pure

quelli che tiene fra le braccia; e così si lasciano quasi trasportare dall'alterigia e dall'arroganza; e nessuna cosa può

esservi più insopportabile di un uomo fortunato che non abbia senno. E in realtà si può vedere anche questo, che quelli che

prima erano alla mano, per l'autorità dei comando militare, per il potere politico, per la prosperità si mutano, disprezzano

i vecchi amici, sono tutti teneri per i nuovi.

  • Letteratura Latina
  • De Amicitia di Cicerone
  • Cicerone

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