Quid de utilitate loquar stercorandi? Dixi in eo libro, quem de rebus rusticis scripsi; de qua doctus Hesiodus ne verbum
quidem fecit, cum de cultura agri scriberet. At Honerus, qui multis, ut mihi videtur, ante saeculis fuit, Laeten lenientem
desiderium, quod capiebat e filio, colentem agrum et eum stercorantem facit. Nec vero segetibus solum et pratis et vineis et
arbustis res rusticae laetae sunt, sed hortis etiam et pomariis, tum pecudum pastu, apium examinibus, florum omnium varietate.
Nec consitiones modo delectant sed etiam insitiones, quibus nihil invenit agri cultura sollertius.
Versione tradotta
E che dire dell'utilità del concimare? Ne ho parlato nel libro che ho scritto sulle cose dei campi [il "De agricultura"];
di esse neppure il dotto Esiodo ha fatto parola quando ha scritto sulla coltivazione dei campi ["Le opere e i giorni"]; ma
Omero, che visse, mi sembra, generazioni precedenti, rappresenta Laerte che cerca di lenire la nostalgia del figlio che lo
afferrava, mentre coltiva un podere e lo concima. E inoltre non solo di messi e di prati e di vigne e di arbusti è rigogliosa
la campagna, ma anche di orti e di frutteti, poi di pascoli di bestiame, di sciami d'api, di ogni varietà di fiori. E non
solo fanno piacere le piantagioni, ma anche gli innesti, dei quali nulla ha trovato l'agricoltura di più ingegnoso.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
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