Sed cur diutius vos iudices teneo? Ipsius iurati religionem auctoritatemque percipite atque omnia diligenter testimonii verba cognoscite. Recita. L. LVCCEI TESTIMONIVM. Quid exspectatis amplius? an aliquam vocem putatis ipsam pro se causam et veritatem posse mittere? Haec est innocentiae defensio haec ipsius causae oratio haec una vox veritatis. In crimine ipso nulla suspicio est in re nihil est argumenti in negotio quod actum esse dicitur nullum vestigium sermonis loci temporis; nemo testis nemo conscius nominatur totum crimen profertur ex inimica ex infami ex crudeli ex facinerosa ex libidinosa domo; domus autem illa quae temptata esse scelere isto nefario dicitur plena est integritatis dignitatis officii religionis; ex qua domo recitatur vobis iure iurando devincta auctoritas ut res minime dubitanda in con tentione ponatur utrum temeraria procax irata mulier finxisse crimen an gravis sapiens moderatus que vir religiose testimonium dixisse videatur.
Versione tradotta
Ma perché, o giudici, dilungarmi? Tenete presente la coscienza e l’autorità di un tale testimone giurato; consideratene attentamente la deposizione, parola per parola. Ecco che cosa egli vi dice: (Segue la deposizione di Lucceio). Che volete di più? Forse che la verità della causa può prendere la parola da sola in propria difesa? Questa è la difesa dell’innocente, questo è il linguaggio della causa, questa la voce univoca della verità. L’accusa non può invocare per se un solo sospetto, non un argomento di fatto; della trama che si vorrebbe ordita, non una traccia di parole, di luogo, di tempo; non un teste, non un complice di cui si faccia il nome; tutta l’accusa ha una sola origine, in una casa nemica, scellerata, crudele, malvagia e corrotta. La casa, al contrario, che si pretenderebbe macchiata da questo orrendo delitto, è piena di onestà, di decoro, di senso del dovere, di pietà: ed è da essa che vi parla l’autorità del prestato giuramento, fugando ogni più lieve ombra di dubbio sul dilemma, se non abbia una donna temeraria sfrenata e iraconda inventato l’accusa, o un uomo serio, saggio, riflessivo deposto scrupolosamente.
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone