Cui denique commisit quo adiutore usus est quo socio quo conscio cui tantum facinus cui se cui salutem suam credidit? Servisne mulieris? Sic enim obiectum est. Et erat tam demens hic cui vos in genium certe tribuitis etiamsi cetera inimica oratione detrahitis ut omnes suas fortunas alienis servis committeret? At quibus servis? Refert enim magnopere id ipsum. Iisne quos intellegebat non communi condicione servitutis uti sed licentius liberius familiarius cum domina vivere? Quis enim hoc non videt iudices aut quis ignorat in eius modi domo in qua mater familias meretricio more vivat in qua nihil geratur quod foras proferendum sit in qua inusitatae libidines luxuries omnia denique inaudita vitia ac flagitia versentur hic servos non esse servos quibus omnia committantur per quos gerantur qui versentur isdem in voluptatibus quibus occulta credantur ad quos aliquantum etiam ex cotidianis sumptibus ac luxurie redundet? Id igitur Caelius non videbat?
Versione tradotta
Ma a chi, dunque, Celio ne affidò l'esecuzione? Di quale complice, di qual compagno, di quale confidente si giovò, nelle cui mani egli avrebbe affidato un tale delitto, se stesso e la propria vita? Degli schiavi della donna (poiché questo fu risposto)? Ma era costui, del quale voi certamente riconoscete l'intelligenza anche se l'eloquenza avversaria gli nega ogni altra qualità, pazzo a tal segno da affidare a schiavi d'altri la propria vita? E a qual genere di schiavi (anche questo ha il suo grande peso)? A quelli appunto che egli sapeva non essere schiavi come gli altri, ma vivere in ben più libera e cordiale e sbrigliata familiarità con la propria padrona. Chi non lo vede, o giudici, chi ignora che in una casa come quella, dove la padrona conduca una vita di meretrice, dove nulla si faccia che possa esser raccontato fuori, dove impazzano le orge, la libidine, la lussuria, tutti i vizi insomma e le corruzioni più inaudite, gli schiavi non son più schiavi, essi a cui ogni incarico è affidato, per mezzo dei quali ogni cosa si fa, che partecipano agli stessi piaceri, ai quali si confida ogni segreto, a vantaggio dei quali rifluisce non poco degli sperperi e degli sciali d'ogni giorno? E tutto questo, proprio Celio non lo avrebbe veduto?
- Letteratura Latina
- Pro Caelio di Cicerone
- Cicerone