Bellum Catilinarium, Paragrafo 59 - Studentville

Bellum Catilinarium, Paragrafo 59

Haec ubi dixit paululum conmoratus signa canere iubet atque instructos

ordines in locum aequum deducit. Dein remotis omnium equis quo militibus exaequato periculo animus amplior esset ipse pedes

exercitum pro loco atque copiis instruit. Nam uti planities erat inter sinistros montis et ab dextra rupe aspere octo cohortis

in fronte constituit reliquarum signa in subsidio artius conlocat. Ab iis centuriones omnis lectos et evocatos praeterea ex

gregariis militibus optumum quemque armatum in primam aciem subducit. C. Manlium in dextra Faesulanum quendam in sinistra parte

curare iubet. Ipse cum libertis et colonis propter aquilam adsistit quam bello Cimbrico C. Marius in exercitu habuisse

dicebatur. At ex altera parte C. Antonius pedibus aeger quod proelio adesse nequibat M. Petreio legato exercitum permittit.

Ille cohortis veteranas quas tumultus causa conscripserat in fronte post eas ceterum exercitum in subsidiis locat. Ipse equo

circumiens unumquemque nominans appellat hortatur rogat ut meminerint se contra latrones inermis pro patria pro liberis pro

aris atque focis suis certare. Homo militaris quod amplius annos triginta tribunus aut praefectus aut legatus aut praetor cum

magna gloria in exercitu fuerat plerosque ipsos factaque eorum fortia noverat; ea conmemorando militum animos accendebat.

Versione tradotta

Ciò detto, indugiato brevemente, fa suonare

il segnale di battaglia e
guida i ranghi schierati in un luogo pianeggiante. Poi, allontanati tutti
i

cavalli per dare più coraggio ai soldati con l'uguaglianza del pericolo,
egli stesso, a piedi, dispone l'esercito

secondo la natura del terreno e
la qualità dei soldati. Infatti, poiché la pianura era fra i monti a

sinistra e scoscendimenti dirupati a destra, stanzia otto coorti sul
fronte, e raggruppa le altre in masse più

serrate di riserva. Da queste
preleva i centurioni, tutti soldati scelti e richiamati, e inoltre i
meglio

armati dei comuni soldati, e li pone in prima fila. Affida il
comando della destra a G. Manlio, della sinistra a uno

di Fiesole, egli
con i liberti e i coloni si attesta presso l'aquila, che si diceva essere
stata di Mario

contro i Cimbri.
Dall'altra parte G. Antonio, sofferente di gotta, poiché non poteva
partecipare alla

battaglia, affida l'esercito a M. Petreio. Questi dispone
sul fronte le coorti dei veterani arruolati contro

l'insurrezione, e alle
loro spalle il resto dell'esercito di riserva. Egli stesso percorrendo a
cavallo

le file, chiama per nome ogni soldato, li prega di ricordarsi che
stanno lottando con predoni male armati, per la

patria, per i figli, per
gli altari e i focolari. Uomo di guerra, poiché era stato nell'esercito
più di

trent'anni con grande gloria, tribuno, prefetto, legato, pretore,
conosceva i più dei soldati e le loro imprese, e

ricordandole infiammava i
loro cuori.

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