Neque ex eo destitit participem atque etiam tutorem imperii
agere.
Triumphavit cum patre censuramque gessit una eidem collega et in tribunicia potestate et in septem consulatibus fuit;
receptaque ad se prope omnium officiorum cura (cum patris nomine et epistolas ipse dictares et edicta conscriberet orationesque
in senatu recitaret etiam quaestoris vice) praefecturam quoque praetorii suscepit numquam ad id tempus nisi ab eq. R.
administratam egitque aliquando incivilius et violentius. Siquidem suspectissimum quemque sibi summissis qui per theatra et
castra quasi consensu ad poenam deposceret haud cunctanter oppressit. In his Aulum Caecinam consularem vocatum ad cenam ac
vixdum triclinio egressum confodi iussit; sane urgente discrimine cum etiam chirographus eius praeparatae apud milites contioni
deprehendisset. Quibus rebus sicut in posterum securitati satis cavit ita ad praesens plurimum contraxit invidiae ut non temere
quis tam adverso rumore magisque invitis omnibus transierit ad principatum.
Versione tradotta
E da quel
momento non cessò di essere partecipe e il difensore dell'impero. Riportò il trionfo insieme con il padre, con lui ricoprì la
censura e gli fu collega nell'esercizio del potere tribunizio e in sette consolati; e tenuta lamministrazione di quasi tutti
gli incarichi di governo, (sia dettando di persona le lettere in nome del padre, sia stendendo i suoi editti, e leggendo
perfino i suoi discorsi al Senato nel luogo e al posto del questore) si assunse anche il compito della prefettura del pretorio
fino a quel momento mai amministrata se non da cavalieri romani; e talora agì in modo eccessivamente dispotico e brutale
giacché faceva giustiziare senza esitazione chiunque gli fosse sospetto, assoldati individui che, allunanimità, nei teatri e
all'accampamento, ne esigessero la morte. Tra questi, ordinò che fosse ucciso, appena uscito dalla sala da pranzo, Aulo
Cecina, un ex console, invitato a cena, incalzandolo daltra parte il pericolo, poiché aveva potuto prendere visione del
manoscritto del discorso che quello aveva preparato per i soldati. Per queste cose, come si garantì un'assoluta sicurezza per
l'avvenire, così, sul momento, attirò molta invidia, al punto che forse non arrivò al principato nessuno con una così cattiva
reputazione e, soprattutto, contro la volontà di tutti.
- Letteratura Latina
- Vita dei Cesari (Titus) di Svetonio
- Svetonio
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