Quamquam in hac causa iudices T. Anni tribunatu usque omnibus pro salute rei publicae gestis ad huius Ininis defensionern non abutemur. Nisi oculis videritis insidias Miloni a Clodio factas nec deprecaturi sumus ut crimen hoc nobis propter multa praeclara in rem publicam merita condonetis nec postulaturi ut si mors P. Clodi salus vestra fuerit idcirco eam virtuti Milonis potius quam populi Romani felicitati adsignetis. Sed si illius insidiae clariores hac luce fuerint tum denique obsecrabo obtestaborque vos iudices si cetera amisimus hoc saltem nobis ut relinquatur ab inimicorum audacia telisque vitam ut impune liceat defendere.
Versione tradotta
Ciò nonostante, giudici, in questa causa con ci serviremo, per difendere Tito Annio dalla presente accusa, del suo tribunato e di tutte le azioni da lui compiute nell'interesse della repubblica. Se non vedrete coi vostri occhi che è stato Clodio a tendere l'agguato a Milone, non staremo a pregarvi di condonarci questo delitto a causa delle sue molteplici e ragguardevoli benemerenze nei confronti dello stato, né staremo a chiedervi, dal momento che la morte di Clodio ha significato la vostra salvezza, di attribuirla al coraggio di Milone anziché alla buona fortuna del popolo romano. Se invece il suo agguato apparirà più chiaro della luce del sole, allora sì, giudici, che - pur se avremo perso tutti gli altri diritti - vi supplicherò e scongiurerò di lasciarci almeno quello di difendere, senza timore di pericolose conseguenze, la vita dall'arroganza armata dei nemici.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone