Infantiam pueritiamque habuit laboriosam et exercitatam, comes
usque quaque parentum fugae; quos quidem apud Neapolim sub inruptionem hostis nauigium clam petentis uagitu suo paene bis
prodidit, semel cum a nutricis ubere, ite[ru]m cum a sinu matris raptim auferretur ab iis, qui pro necessitate temporis
mulierculas leuare onere temptabant. Per Siciliam quoque et per Achaiam circumductus ac Lacedaemoniis publice, quod in tutela
Claudiorum erant, demandatus, digrediens inde itinere nocturno discrimen uitae adiit flamma repente e siluis undique exorta
adeoque omnem comitatum circumplexa, ut Liuiae pars uestis et capilli amburerentur. Munera, quibus a Pompeia Sex. Pompei sorore
in Sicilia donatus est, chlamys et fibula, item bullae aureae, durant ostendunturque adhuc Bais. Post reditum in urbem a M.
Gallio senatore testamento adoptatus hereditate adita mox nomine abstinuit, quod Gallius aduersarum Augusto partium fuerat.
Nouem natus annos defunctum patrem pro rostris laudauit. Dehinc pubescens Actiaco triumpho currum Augusti comitatus est
sinisteriore funali equo, cum Marcellus Octauiae filius dexteriore ueheretur. Praesedit et asticis ludis et Troiam circensibus
[lusit] ductor turmae puerorum maiorum.
Versione tradotta
La sua infanzia e la sua giovinezza furono sfortunate e
movimentate, perché accompagnò sempre i suoi parenti nella loro fuga; a Napoli, mentre tentavano di imbarcarsi segretamente per
sfuggire ai nemici, poco mancò che li facesse prendere, richiamando l'attenzione in due riprese con i suoi vagiti, una volta
quando fu strappato dal petto della nutrice, un'altra quando fu tolto dalle braccia della madre da coloro che, in un momento
così critico, intendevano alleggerire le donne del loro fardello. Portato in seguito attraverso la Sicilia e l'Acaia, poi
affidato alla città di Sparta, che era sotto la protezione dei Claudi, corse il rischio di morire viaggiando di notte, quando
se ne allontanò, perché un incendio scoppiato improvvisamente e da tutte le parti nei boschi, strinse così da vicino la
comitiva che Livia si bruciò parte delle vesti e i capelli. Si sono conservati e si mostrano ancora oggi a Baia i regali che
gli fece, in Sicilia, Pompeia, sorella di Sesto Pompeo: una clamide, un fermaglio e bottoni d'oro. Dopo il suo ritorno a
Koma, il senatore M. Gallio lo aveva adottato nel suo testamento ed egli raccolse la sua eredità, ma si guardo bene dal
prendere il suo nome, perché Gallio aveva militato nel partito opposto a quello di Augusto. A nove anni perse il padre e
pronunciò dall'alto dei rostri il suo elogio funebre. In seguito, all'inizio dell'adolescenza, in occasione del
trionfo di Azio precedette il carro di Augusto su un cavallo legato alla corda, posto a sinistra del carro stesso, mentre
Marcello, figlio di Augusto, montava quello di destra. Diresse anche i giochi urbani e prese parte a quelli troiani, dati nel
circo, come capo dello squadrone dei fanciulli più grandi.
- Letteratura Latina
- Vita dei Cesari (Tiberius) di Svetonio
- Svetonio