Hinc invictus patriam defensum revocatus bellum gessit
adversus P. Scipionem, filium eius, quem ipse primo apud Rhodanum, iterum apud Padum, tertio apud Trebiam fugarat. Cum hoc
exhaustis iam patriae facultatibus cupivit impraesentiarum bellum componere, quo valentior postea congrederetur. In colloquium
convenit; condiciones non convenerunt. Post id factum paucis diebus apud Zamam cum eodem conflixit: pulsus (incredibile dictu)
biduo et duabus noctibus Hadrumetum pervenit, quod abest ab Zama circiter milia passuum trecenta. In hac fuga Numidae, qui
simul cum eo ex acie excesserant, insidiati sunt ei; quos non solum effugit, sed etiam ipsos oppressit. Hadrumeti reliquos e
fuga collegit; novis dilectibus paucis diebus multos contraxit.
Versione tradotta
Da qui Annibale senza essere mai vinto (lett. mai vinto),
richiamato a difendere la patria fece guerre contro P. Scipione, figlio di quello Scipione, che egli stesso per la prima volta
presso il Rodano aveva messo in fuga, per la seconda volta presso il Po, per la terza volta presso il Trebbia. Con questo
(Scipione) essendo ormai esaurite le risorse della patria desiderò per il momento cessare la guerra con lui affinché tornasse
più forte. Ebbe un colloquio, non sia ccordarono sulle condizioni. Pochi giorni dopo questo fatto, combatté con lo stesso
(Scipione) presso Zama. Costretto alla fuga (incredibile a dirsi) giunse in due giorni e due notti ad Agrigento che dista da
Zama circa trecentomila passi. In questa fuga i Numidi, che assieme con lui si erano scampati alla battaglia , gli tesero
insidie, e non solo li evitò, ma anche sterminò gli stessi. Raccolse gli altri dalla fuga ad Adrumento i rimanenti, e con nuove
leve in pochi giorni riuscì a mettere insieme molti (soldati)
- Letteratura Latina
- Hannibal di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote