LAELIUS: Atqui, Cato, gratissimum nobis, ut etiam pro Scipione pollicear, feceris, si, quoniam
speramus, volumus quidem certe senes fieri, multo ante a te didicerimus, quibus facillime rationibus ingravescentem aetatem
ferre possimus. CATO: Faciam vero, Laeli, praesertim si utrique vestrum, ut dicis, gratum futurum est.
LAELIUS: Volumus
sane, nisi molestum est, Cato, tamquam longam aliquam viam confeceris, quam nobis quoque ingrediundum sit, istuc, quo
pervenisti videre quale sit.
Versione tradotta
LELIO: Ebbene, o Catone, farai cosa molto gradita a noi,
infatti lo chiedo anche a nome di Scipione, se impareremo da te molto prima in che modo possiamo sopportare molto più
facilmente letà che diventa più pesante, dal momento che speriamo, o almeno desideriamo, diventare vecchi.
CATONE:
Certamente lo farò, Lelio, soprattutto se sarà, come affermi, cosa gradita per tutti e due.
LELIO: Vogliamo davvero, se non
ti rincresce, Catone, vedere come sia questo punto cui sei arrivato, come se tu avessi percorso un lungo cammino, che anche noi
dobbiamo intraprendere.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
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