Haec enim ipsa sunt honorabilia quae videntur levia atque communia, salutari, adpeti, decedi, adsurgi, deduci,
reduci, consuli; quae et apud nos et in aliis civitatibus, ut quaeque optime morata est, ita diligentissime observantur.
Lysandrum Lacedaemonium, cuius modo feci mentionem, dicere aiunt solitum Lacedaemonem esse honestissimum domicilium senectutis:
nusquam enim tantum tribuitur aetati, nusquam est senectus honoratior. Quin etiam memoriae proditum est, cum Athenis ludis
quidam in theatrum grandis natu venisset, magno consessu locum nusquam ei datum a suis civibus; cum autem ad Lacedaemonios
accessisset, qui legati cum essent, certo in loco consederant, consurrexisse omnes illi dicuntur et senem sessum recepisse.
Versione tradotta
Infatti queste cose che sembrano di poco conto e banali, sono
esse stesse lusinghiere: essere riveriti, ricevere visite, vedersi cedere il passo, vedere gli altri che si alzano in piedi,
essere accompagnati e riaccompagnati (a casa), essere consultati; queste cose, sia presso di noi che in altre città, quanto più
sono morigerati (i costumi) tanto più diligentemente vengono osservate. Si narra che lo spartano Lisandro, di cui poco fa ho
fatto menzione, fosse solito affermare che Sparta fosse la casa più degna della vecchiaia: in nessun luogo infatti si dà tanta
importanza alletà, in nessun luogo la vecchiaia viene più rispettata. Ed anzi ancora si ricorda che ad Atene, in occasione dei
giochi, essendo un tale già avanti negli anni entrato nel teatro tra una folla strabocchevole, non gli fu trovato un posto in
nessun settore da parte dei suoi concittadini; essendosi invece avvicinato a degli Spartani i quali, poiché erano ambasciatori,
sedevano in posti riservati, si racconta che tutti questi si fossero alzati in piedi e avessero accolto il vecchio a sedere tra
di loro.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
- De Senectute