Avaritia vero senilis quid sibi velit, non intellego; potest enim
quicquam esse absurdius quam, quo viae minus restet, eo plus viatici quaerere? XIX. Quarta restat causa, quae maxime angere
atque sollicitam habere nostram aetatem videtur, adpropinquatio mortis, quae certe a senectute non potest esse longe. O miserum
senem qui mortem contemnendam esse in tam longa aetate non viderit! quae aut plane neglegenda est, si omnino exstinguit animum,
aut etiam optanda, si aliquo eum deducit, ubi sit futurus aeternus; atqui tertium certe nihil inveniri potest.
Versione tradotta
Lavarizia senile, poi, non capisco a cosa tenda: può infatti esistere qualcosa di più assurdo
che chiedere tante più provviste quanta meno strada rimane? XIX. Rimane la quarta ragione, che sembra più delle altre opprimere
e rendere angustiata la nostra età: l'avvicinarsi della morte, la quale non può certo essere lontana dalla vecchiaia. Oh,
misero il vecchio che non si è accorto che in una vita così lunga la vecchiaia deve essere disprezzata! Essa o si deve del
tutto trascurare, se estingue lo spirito, oppure deve addirittura essere desiderata, se lo conduce in un altro luogo dove vivrà
in eterno; non si può certo trovare una terza ipotesi.
- Letteratura Latina
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
- De Senectute