Verum ut intellego cavebat magis Pompeius quam timebat non ea solum quae timenda erant sed omnia ne vos aliquid timeretis. Oppugnata domus C. Caesaris clarissimi et fortissimi viri per multas noctis horas nuntiabatur. Nemo audierat tam celebri loco nemo senserat: tamen audiebatur. Non poteram Cn. Pompeium praestantissima virtute virum timidum suspicari: diligentiam tota re publica suscepta nimiam nullam putabam. Frequentissimo senatu nuper in Capitolio senator inventus est qui Milonem cum telo esse diceret. Nudavit se in sanctissimo templo quoniam vita talis et civis et viri fidem non faciebat ut eo tacente res ipsa loqueretur.
Versione tradotta
Ma, lo capisco, Pompeo più che nutrire motivi di timore voleva cautelarsi non solo da ciò che meritava d'esser paventato, ma da tutto, perché voi non aveste motivo alcuno di paura. Veniva diffusa la notizia dell'assedio, prolungatosi per molte ore della notte, della dimora di Gaio Cesare, uomo insigne e di grandissimo coraggio: nessuno aveva sentito niente in un luogo tanto frequentato, nessuno si era accorto di niente; eppure si dava credito alla notizia. Non avrei mai potuto sospettare di timidezza Gneo Pompeo, uomo di straordinario valore: non giudicavo eccessiva alcuna precauzione presa nell'interesse generale dello stato. Di recente, in un'affollatissima seduta del senato in Campidoglio c'è stato addirittura un senatore capace di sostenere che Milone era armato; Milone s'è denudato in quel venerabile tempio: considerato che la vita di un tale cittadino e di un tale uomo non bastava a garantire la sua parola, tacque e lasciò parlare i fatti stessi.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone