Recte etiam praecipi potest in amicitiis, ne intemperata quaedam benevolentia, quod persaepe fit,
impediat magnas utilitates amicorum. Nec enim, ut ad fabulas redeam, Troiam Neoptolemus capere potuisset, si Lycomedem, apud
quem erat educatus, multis cum lacrimis iter suum impedientem audire voluisset. Et saepe incidunt magnae res, ut discedendum
sit ab amicis; quas qui impedire vult, quod desiderium non facile ferat, is et infirmus est mollisque natura et ob eam ipsam
causam in amicitia parum iustus.
Versione tradotta
Anche si può
nell'amicizia prescrivere questo: che lo sregolato affetto, come spessissimo accade, non impedisca agli amici di fare cose
grandemente utili. Difatti (ritorno così al teatro), Neottolemo non avrebbe potuto prendere Troia, se avesse voluto dare
ascolto a Licomede, presso cui era stato educato e che con molte lagrime tentava d'impedirgli d'andar via. E spesso
càpitano cose importanti per le quali ci si deve allontanare dagli amici; ora, chi vuol impedirlo, perché pensa di non poter
sopportare la lontananza dell'amico, è debole e fiacco, e per ciò stesso manca di spirito di giustizia di fronte
all'amicizia.
- Letteratura Latina
- De Amicitia di Cicerone
- Cicerone