De qua non ita longa disputatione opus esse videtur, cum recorder non L. Brutum, qui in liberanda patria est
interfectus, non duos Decios, qui ad voluntariam mortem cursum equorum incitaverunt, non M. Atilium, qui ad supplicium est
profectus, ut fidem hosti datam conservaret, non duos Scipiones, qui iter Poenis vel corporibus suis obstruere voluerunt, non
avum tuum L. Paulum, qui morte luit conlegae in Cannensi ignominia temeritatem, non M. Marcellum, cuius interitum ne
crudelissimus quidem hostis honore sepulturae carere passus est, sed legiones nostras, quod scripsi in Originibus, in eum locum
saepe profectas alacri animo et erecto, unde se redituras numquam arbitrarentur. Quod igitur adulescentes, et ei quidem non
solum indocti, sed etiam rustici, contemnunt, id docti senes extimescent?
Versione tradotta
Mi sembra che sullargomento non ci sia bisogno di molti discorsi, quando io ricordi non Lucio Bruto, che fu ucciso nel
liberare la patria, non i due Deci, che spronarono la corsa dei cavalli verso una morte volontaria, non Marco Attilio, che
partì verso il supplizio, per tenere fede alla parola data al nemico, non i due Scipioni, che vollero sbarrare la strada ai
Cartaginesi persino coi loro corpi, non tuo nonno, Lucio Paolo, che pagò con la morte lavventatezza del collega [Caio Terenzio
Varrone] nella vergogna di Canne, non Marco Marcello [Marco Claudio Marcello, che espugnò Siracusa nel 211 a.C.], la cui morte
nemmeno un crudelissimo nemico [Annibale] tollerò che fosse privata dellonore della sepoltura, ma le nostre legioni, cosa che
scrissi nelle Origini, spesso partite con animo forte e fiero verso quel luogo da cui pensavano non sarebbero tornate mai
più. Dunque quel che disprezzano dei giovani, addirittura non solo ignoranti, ma anche zotici, dovranno temere dei vecchi
acculturati?
- De Senectute
- De Senectute di Cicerone
- Cicerone
- De Senectute