Etenim si id non negat ex quo nihil petit nisi ut ignoscatur dubitaret id fateri ex quo etiam praemia laudis essent petenda? nisi vero gratius putat esse vobis sui se capitis quam vestri defensorem fuisse cum praesertim [in] ea confessione si grati esse velletis honores adsequeretur amplissimos. Si factum vobis non probaretur–quamquam qui poterat salus sua cuiquam non probari?–sed tamen si minus fortissimi viri virtus civibus grata cecidisset magno animo constantique cederet ex ingrata civitate. Nam quid esset ingratius quam laetari ceteros lugere eum solum prop ter quem ceteri laetarentur?
Versione tradotta
Orbene, se non nega di aver ucciso Clodio per legittima difesa (della qual cosa null’altro chiede se non d’esser perdonato), esiterebbe a confessare la premeditazione, per cui dovrebbe addirittura esigere fi premio riservato alle imprese gloriose? A meno che non debba ritenere a voi più gradito che egli abbia difeso la sua vita piuttosto che la vostra; tanto più che con una confessione simile, se gli voleste essere riconoscenti, otterrebbe le massime onorificenze. Se il suo modo d’agire non incontrasse la vostra approvazione – ma come potrebbe non essere gradita ad ognuno la propria salvezza? tuttavia se il coraggio di questo valorosissimo uomo non risultasse gradito ai concittadini, egli si allontanerebbe da questa città irriconoscente con animo nobile e saldo: quale ingratitudine potrebbe mai esser più grande del fatto che, mentre tutti gioiscono, sia costretto a piangere solo chi agli altri ha procurato la letizia?
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone