Non est humano consilio ne mediocri quidem iudices deorum immortalium cura res illa perfecta. Religiones me hercule ipsae quae illam beluam cadere viderunt commosse se videntur et ius in illo suum retinuisse. Vos enim iam Albani tumuli atque luci vos inquam imploro atque obtestor; vosque Albanorum obrutae arae sacrorum populi Romani sociae et aequales quas ille praeceps amentia caesis prostratisque sanctissimis lucis substructionum insanis molibus oppresserat. Vestrae tum [arae] vestrae religiones viguerunt; vestra vis valuit quam ille omni scelere polluerat. Tuque ex tuo edito monte Latiaris sancte Iuppiter cuius ille lacus nemora finisque saepe omni nefario stupro et scelere macularat aliquando ad eum poeniendum oculos aperuisti. Vobis illae vobis vestro in conspectu serae sed iustae tamen et debitae poenae solutae sunt.
Versione tradotta
Quell'evento si è compiuto non per decisione umana, giudici, e neppure per un irrilevante intervento divino: quegli stessi luoghi, per Ercole, che hanno visto cadere quella belva, hanno dato l'impressione di muoversi e di reclamare il loro diritto su di lui. Ma siete voi, colline e boschi sacri d'Alba, siete voi, lo dico, che invoco e chiamo a testimoni. E voi pure, altari abbattuti degli Albani, associati ai culti sacri del popolo romano ed ugualmente antichi, che egli, reso furioso dalla follia, dopo aver tagliato e raso al suolo i boschi più venerabili, aveva sepolto sotto la mole smisurata delle fondamenta della sua villa: allora il vostro carattere sacro riprese vigore e prevalse la vostra potenza, che egli aveva offeso con delitti d'ogni genere. E tu dall'alto del tuo monte, santo Giove Laziale, il cui lago i cui boschi e i territori sacri aveva macchiato con ogni genere di scellerata profanazione, finalmente hai aperto gli occhi per punirlo; a voi, a voi e in vostra presenza ha reso soddisfazione, tardi ma in modo giusto e meritato.
- Letteratura Latina
- Pro Milone di Cicerone
- Cicerone