Huiusce modi oratione habita Marius postquam plebis
animos arrectos videt propere commeatu stipendio armis aliisque utilibus nauis onerat cum his A. Manlium legatum proficisci
iubet. Ipse interea milites scribere non more maiorum neque ex classibus sed uti libido cuiusque erat capite censos plerosque.
Id factum alii inopia bonorum alii per ambitionem consulis memorabant quod ab eo genere celebratus auctusque erat et homini
potentiam quaerenti egentissimus quisque opportunissimus cui neque sua cara quippe quae nulla sunt et omnia cum pretio honesta
videntur. Igitur Marius cum aliquanto maiore numero quam decretum erat in Africam profectus paucis diebus Vticam aduehitur.
Exercitus ei traditur a P. Rutilio legato; nam Metellus conspectum Mari fugerat ne videret ea quae audita animus tolerare
nequiuerat.
Versione tradotta
Pronunciato un discorso di questo tenore, Mario, vedendo
l’animo
della plebe infervorato, si affretta a caricare sulle navi vettovaglie,
denaro per le paghe, armi
e altro materiale utile; con esse fa partire il
suo luogotenente Aulo Manlio. Egli frattanto arruola soldati non
secondo
l’uso degli antenati e in base alle classi, ma accogliendo tutti i
volontari, per la massima parte
proletari. Alcuni affermavano che ciò
era stato fatto per scarsità di cittadini abbienti, altri per il desiderio
di popolarità del console, perché era stata proprio quella gente a dargli
onore e prestigio. Del resto, per
un uomo che aspira al potere i migliori
sostenitori sono i più bisognosi, perché non hanno beni di cui
preoccuparsi e ritengono onesto tutto ciò che dà guadagno. Mario,
dunque, partito per l’Africa con un contingente
considerevolmente
superiore a quello prescritto, approda, entro pochi giorni, a Utica. Le
consegne vengono
fatte dal luogotenente Publio Rutilio: Metello, infatti,
aveva evitato la presenza di Mario per non vedere con i suoi
occhi ciò che
non aveva sopportato neppure di ascoltare.
- Letteratura Latina
- Par. 60-89
- Sallustio