Secutum est bellum gestum apud Mutinam. In quo si tantum eum prudentem dicam minus quam debeam praedicem cum ille potius
divinus fuerit si divinatio appellanda est perpetua naturalis bonitas quae nullis casibus agitur neque minuitur. Hostis
Antonius iudicatus Italia cesserat; spes restituendi nulla erat. Non solum inimici qui tum erant potentissimi et plurimi sed
etiam qui adversariis eius se dabant et in eo laedendo aliquam consecuturos sperabant commoditatem Antonii familiares
insequebantur uxorem Fulviam omnibus rebus spoliare cupiebant liberos etiam exstinguere parabant. Atticus cum Ciceronis intima
familiaritate uteretur amicissimus esset Bruto non modo nihil his indulsit ad Antonium violandum sed e contrario familiares
eius ex urbe profugientes quantum potuit texit quibus rebus indiguerunt adiuvit. P. vero Volumnio ea tribuit ut plura a
parente proficisci non potuerint. Ipsi autem Fulviae cum litibus distineretur magnisque terroribus vexaretur tanta diligentia
officium suum praestitit ut nullum illa stiterit vadimonium sine Attico sponsor omnium rerum fuerit. Quin etiam cum illa
fundum secunda fortuna emisset in diem neque post calamitatem versuram facere potuisset ille se interposuit pecuniamque sine
faenore sineque ulla stipulatione credidit maximum existimans quaestum memorem gratumque cognosci simulque aperiens se non
fortunae sed hominibus solere esse amicam. Quae cum faciebat nemo eum temporis causa facere poterat existimare. Nemini enim in
opinionem veniebat Antonium rerum potiturum. Sed sensim is a nonnullis optimatibus reprehendebatur quod parum odisse malos
cives videretur. Ille autem sui iudicii potius quid se facere par esset intuebatur quam quid alii laudaturi forent.
Versione tradotta
Seguì la guerra combattuta presso Modena. A proposito della
quale se io lo dicessi soltanto prudente, direi meno di quanto dovrei, perché fu piuttosto un indovino, se si deve chiamare
divinazione quella costante bontà naturale che non si lascia scuotere né indebolire da nessun evento. Antonio dichiarato nemico
pubblico aveva abbandonato l’Italia; non aveva alcuna speranza di ritornarvi. .Non soltanto i nemici personali che allora
erano potentissimi e tantissimi, ma anche co¬loro che passavano dalla parte degli avversari e speravano di poter trarre un
qualche vantaggio dal recare offese a lui, perseguitavano i familiari di Antonio, ardevano dal desiderio di spogliare la moglie
Fulvia di tutti i suoi beni, si preparavano addirittura a far fuori i figli. .Attico benché fosse intimo amico di Cicerone e
amicissimo di Bruto non solo non li assecondò per nulla negli attacchi ad Antonio, ma anzi, per quanto poté, protesse i suoi
intimi in fuga dalla città, li soccorse delle cose di cui avevano bisogno.. A Publio Volumnío poi dette tanti aiuti che di più
non gliene sarebbero potuti venire da un padre. Alla stessa Fulvia che era impegolata in tante cause e vessata da gravi
minacce, prestò con tanta premura i suoi servigi, che essa non si presentò mai in giudizio senza Attico, il quale fu garante in
tutti i suoi processi. .Anzi avendo essa, al tempo della buona fortuna, comprato un fondo da pagarsi a scadenza e non avendo
potuto dopo la disgrazia trovare il denaro per il saldo, intervenne lui e le accreditò il denaro senza interesse e sulla
parola, ritenendo massimo frutto l’essere riconosciuto memore e riconoscente e mostrando nello stesso tempo che egli era
solito essere amico non della fortuna ma degli uomini. .E quando faceva queste cose nessuno poteva ritenere che egli agisse per
opportunismo: a nessuno infatti passava per il capo che Antonio si sarebbe impadronito del potere. Anzi veniva cautamente
rimproverato da alcuni ottimati suoi amici, perché sembrava di odiare troppo poco i cittadini malvagi. Ma egli ragionando con
la sua testa badava a che cosa fosse per lui giusto fare piuttosto che non a quello che avrebbero approvato gli altri.
- Letteratura Latina
- De viris illustribus (Atticus) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote
- De viris illustribus