Pro Milone, Paragrafo 96 - Studentville

Pro Milone, Paragrafo 96

Meminit etiam sibi vocem praeconis modo defuisse quam minime desiderarit; populi vero cunctis suffragiis quod unum cupierit se consulem declaratum: nunc denique si haec contra se sint futura sibi facinoris suspicionem non facti crimen obstare. Addit haec quae certe vera sunt: fortis et sapientis viros non tam praemia sequi solere recte factorum quam ipsa recte facta; se nihil in vita nisi praeclarissime fecisse si quidem nihil sit praestabilius viro quam periculis patriam liberare; beatos esse quibus ea res honori fuerit a suis civibus

Versione tradotta

Ricorda anche che gli è mancata soltanto la voce del banditore, che non desiderava affatto; ma è stato proclamato console con l'unanimità dei voti popolari, unica cosa che abbia bramato. Ora, infine, se queste armi dovranno essere rivolte contro di lui, a nuocergli non è l'accusa di omicidio, ma il sospetto di attentato. Aggiungi le verità seguenti: gli uomini forti e saggi non hanno di mira i premi che derivano dal retto agire quanto piuttosto il retto agire in sé e per sé; egli nella vita ha compiuto solo azioni degne della massima lode, se è vero che non esiste cosa più nobile per un uomo del liberare la patria dai pericoli.

  • Letteratura Latina
  • Pro Milone di Cicerone
  • Cicerone

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