Inter omnes constat Achillem,cuius virtus in bello Graecis maxime profuerat,a proeliis afuisse ob iniuriam Agamemnonis,qui omnibus Graecis praeerat graviterque eius animum offederat. Neque Ulixis eloquentia,neque preces amicorum,neque pretiosissima Agamemnonis dona Achillis iram placare potuerant. Itaque huius auxilium Achiavis deerat,quod eis maxime oberat. Nam Hector,Troianorum dux,cum cognovit iam proeliis non interesse Achillem, magnam hostium caedem edidit eosque ad summam desperationem adduxit. Tum Patroclus,Achillis amicissimus,cum ad bellum eum revocare non potuisset,ab eo impetravit ut ipse cum Achillis armis pugnae contra Teucros interesset. Achilles amicum admonuit ne hostium telis nimis obnoxius procederet.Notum est Ptroclum,immemorem consiliorum ac spe victoriae elatum,Hectorem provocavisse,cui nec virtus deerat nec Apollinis auxilium,miseraeque morti occubuisse.
Versione tradotta
tra tutti è noto che Achille, la cui virtù aveva molto giovato ai greci in guerra, sia stato lontano dallo scontro per l'offesa di Agamennone, che era a capo di tutti i greci e che aveva offeso gravemente il suo animo. Nè l'eloquenza di Ulisse, nè le preghiere degli amici, nè i preziosissimi doni di Agamennone avevano potuto placare l'ira di Achille. E così agli achei mancò il suo aiuto, per il fatto che a quelli (oberat). Infatti Ettore comandante dei troiani, quando seppe che negli scontri non era presente Achille, portò una grande strage di nemici e li spinse alla somma disperazione. Allora Patroclo, assai amico di Achille, non potendolo richiamare alla guerra ,ottenne da quello di essere presente alla battaglia contro i teucri con le armi di Achille. Achille ammonì l'amico di non avanzare incontro ai dardi dei nemici. E' noto che Patroclo, immemore dei consigli è privato dalla speranza di vittoria, abbia provocato Ettore, a cui nè (desum) al virtù nè l'aiuto di Apollo, e che sia andato incontro a una triste morte.
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