His rebus ephori cognitis satius putarunt in urbe eum comprehendi. Quo cum essent
profecti et Pausanias placato Argilio, ut putabat, Lacedaemonem reverteretur, in itinere, cum iam in eo esset, ut
comprehenderetur, ex vultu cuiusdam ephori, qui eum admoneri cupiebat, insidias sibi fieri intellexit. 2 Itaque paucis ante
gradibus, quam qui eum sequebantur, in aedem Minervae, quae Chalcioicos vocatur, confugit. Hinc ne exire posset, statim ephori
valvas eius aedis obstruxerunt tectumque sunt demoliti, quo celerius sub divo interiret. 3 Dicitur eo tempore matrem Pausaniae
vixisse eamque iam magno natu, postquam de scelere filii comperit, in primis ad filium claudendum lapidem ad introitum aedis
attulisse. 4 Hic cum semianimis de templo elatus esset confestim animam efflavit. Sic Pausanias magnam belli gloriam turpi
morte maculavit. 5 Cuius mortui corpus cum eodem nonnulli dicerent inferri oportere, quo ii, qui ad supplicium essent dati,
displicuit pluribus, et procul ab eo loco infoderunt, quo erat mortuus. Inde posterius dei Delphici responso erutus atque eodem
loco sepultus est, ubi vitam posuerat.
Versione tradotta
Conosciute queste
cose, gli èfori credettero più opportuno che quello venisse arrestato nella città. Partirono alla volta di quella e anche
Pausania se ne tornava a Sparta, dopo aver rassicurato, come credeva, l'Argilese: durante il viaggio mentre stava sul punto
di essere preso dall'espressione del viso di uno degli èfori che desiderava avvertirlo, capì che gli si tendeva un agguato.
2 Allora, precedendo di alcuni passi quelli che lo accompagnavano, si rifugiò nel tempio di Minerva detta Calcieca. Perché da
qui non potesse uscire, immediatamente gli èfori chiusero con un muro le porte del tempio ed abbatterono il tetto, perché più
presto morisse sotto il cielo aperto. 3 Si dice che in quel tempo fosse ancora in vita la madre di Pausania e che essa già
avanzata in età, quando venne a sapere del misfatto del figlio, fu tra i primi a recare la pietra all'ingresso del tempio
per chiudervi il figlio. Così Pausania macchiò la grande gloria militare con una morte ignominiosa; 5 portato fuori del tempio
più morto che vivo, esalò quasi subito l'ultimo respiro. Il suo cadavere alcuni dicevano che bisognava portarlo nello stesso
luogo riservato a quelli che venivano giustiziati, la maggioranza però fu di parere contrario e lo seppellirono lontano dal
luogo dove era morto; successivamente, in seguito al responso del dio di Delfi, fu da li dissotterrato e sepolto nello stesso
luogo dove aveva lasciato la vita.
- Letteratura Latina
- Liber de excellentibus gentium (Pausania) di Cornelio Nepote
- Cornelio Nepote