Vita estetica e vita etica, argomenti che Kierkegaard tratta in "Aut-Aut", sono due stadi fondamentali della vita. Lo stadio estetico è la forma di vita dell'esteta che esiste nell'attimo irripetibile e fuggevole della immaginazione e della riflessione. L'esteta costruisce un mondo dal quale è assente tutto ciò che la vita propone come banale ed insignificante. Egli vive in una condizione di incessante ebbrezza intellettuale. La vita estetica, quindi, esclude la "ripetizione", che è monotona e poco interessante. Giovanni, protagonista del "Diario del seduttore" è appagato dalla limitazione e dall'intensità dell'appagamento. Il limite della vita estetica è pertanto nella noia, nella disperata e ansiosa ricerca di una vita diversa come possibile alternativa.
Solo la disperazione consente la scelta per rompere l'involucro della pura esteticità ed aggrapparsi alla sola alternativa possibile, quella della vita etica. Essa nasce pertanto da una scelta ed implica la stabilità e la continuità che la vita estetica, ricerca incessante della varietà, esclude in modo assoluto.
La vita etica, dominio del dovere e della fedeltà, diventa inconciliabile con quella estetica. Il seduttore incarna la vita estetica; il marito, per effetto del matrimonio, è espressione di quella etica.
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