Pierre Puvis de Chavannes: vita e opere - Studentville

Pierre Puvis de Chavannes: vita e opere

Pierre Puvis de Chavannes: vita e opere dell'artista francese.

PIERRE PUVIS DE CHAVANNES: VITA E OPERE. Pierre Puvis de Chavannes (1824 – 1898) pittore francese, frequentò a Parigi gli atelier di Scheffer, Couture e Delacroix. Determinanti per la sua formazione furono due viaggi in Italia, durante i quali ebbe modo di studiare le opere degli artisti fiorentini del Trecento e del Quattrocento, dei veneti del Cinquecento, di Raffaello, dei seicentisti bolognesi. Il suo distacco dalla poetica degli impressionisti si manifestò nella ricerca di soggetti storici, che rese in un linguaggio monumentale ed essenziale particolarmente adatto alle grandi pitture murali con le quali, in quegli anni, si decoravano gli edifici pubblici.

PIERRE PUVIS DE CHAVANNES: LE CARATTERISTICHE DELLE OPERE, La Pace, acquistata nel 1861 per decorare lo scalone del nuovo Museo di Amiens, costituì il primo elemento di un ciclo successivamente completato con la Guerra, il Lavoro e il Riposo e con altri dipinti eseguiti fra il 1880e il 1882. Le commissioni per i grandi cicli di decorazioni si susseguirono sia in Francia, sia all’estero; anche le singole tele, spesso di grandi dimensioni, privilegiano un linguaggio allegorico e temi di carattere universale. La pittura di Pierre Puvis de Chavannes esercitò notevole influsso sul nascente simbolismo, e fu guardata con interesse dai nabis, da Hodler e da Picasso.
Nel 1870-71, all’indomani della crisi politica e sociale alla guerra franco prussiana e ai fatti della Comune di Parigi, l’ideale classico perseguito da Pierre Puvis de Chavannes in grandi composizioni di scala architettonica viene ad assumere un nuovo e più profondo significato. Si tratta di un classicismo fiori dal tempo e dalla storia, in cui rivive il mito virgiliano dell’età dell’oro, che testimonia un profondo desiderio di pacificazione sociale e di rinascita. All’ideale progressista e tecnocratico Puvis contrappone il ritorno a una dimensione primordiale, fondata sulla glorificazione della natura e sulla riproposizione, anche in funzione antigermanica, delle radici latine e umanistiche della cultura francese.

PIERRE PUVIS DE CHAVANNES: CARATTERI PRINCIPALI DELLA SUA PITTURA. Per Puvis de Chavannes è centrale il ruolo della pittura su grande scala, affrontata, lungo tutta la sua carriera, in importanti cicli pubblici, di soggetto sacro o profano, come quelli parigini per la Sorbona e il Panthéon: il prestigio dell’arte murale deriva dalla sua destinazione pubblica, che ne fa un mezzo d’espressione più nobile e popolare rispetto alla pittura da cavalletto, riservata a un ristretto pubblico di privilegiati. Al passaggio tra gi anni settanta e ottanta, l’artista spinge più a fondo, nelle opere di soggetto libero come queste Fanciulle in riva al mare, la sua sperimentazione formale. La sospensione di volta in volta malinconica o serenamente rassegnate delle figure prende nettamente le distanze dai manierati effetti realistici caratteristici della scuola accademica e della cosiddetta art pompier (appellativo ironico riferito alla retorica della pittura in costume storico dei Salon), che pretendeva di restituire un’idea di espressività teatrale o di vitalità pittoresca alla storia e alla mitologia del mondo classico.
Grandi porzioni di paesaggio sono appena suggerite attraverso larghe stesure di colori piatti, in cui è evidente il gusto per l’opacità dell’affresco. I maestosi nudi femminili, pur anatomicamente corretti, sono ridotti all’essenziale attraverso un nitido disegno di contorno, alla Ingres, spesso condotto con una linea scura continua lasciata in vista che racchiude le campiture dei panneggi o delle carni. Il diretto accostamento di tinte polverose, cromaticamente discordanti, in un libero contrasto chiaroscurale, corre in parallelo alle ricerche degli impressionisti e anticipa la sintesi formale proposta nel decennio successivo da Seurat e da Gauguin.
Affrontando il tema tradizionale delle bagnanti in un idilliaco paesaggio naturale, Puvis intreccia con rigore una serie di prestigiosi riferimenti iconografici: nella figura centrale, per esempio, sono essenzialmente ripresi il peplo della Venere di Milo e, con un rinvio più immediato, la Venere Anadiomene, raffinata variazione sul tema del nudo classico di un maestro del Romanticismo come Théodore Chasséri.

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