Ab urbe condita - Praefatio 2 - Studentville

Ab urbe condita - Praefatio 2

Quae ante conditam condendamve urbem poeticis magis decora fabulis quam incorruptis rerum gestarum monumentis traduntur, ea nec adfirmare nec refellere in animo est.
Datur haec venia antiquitati ut miscendo humana divinis primordia urbium augustiora faciat; et si cui populo licere oportet consecrare origines suas et ad deos referre auctores, ea belli gloria est populo Romano ut cum suum conditorisque sui parentem Martem potissimum ferat, tam et hoc gentes humanae patiantur aequo animo quam imperium patiuntur.
Sed haec et his similia utcumque animadversa aut existimata erunt haud in magno equidem ponam discrimine:
ad illa mihi pro se quisque acriter intendat animum, quae vita, qui mores fuerint, per quos viros quibusque artibus domi militiaeque et partum et auctum imperium sit; labente deinde paulatim disciplina velut desidentes primo mores sequatur animo, deinde ut magis magisque lapsi sint, tum ire coeperint praecipites, donec ad haec tempora quibus nec vitia nostra nec remedia pati possumus perventum est.
Hoc illud est praecipue in cognitione rerum salubre ac frugiferum, omnis te exempli documenta in inlustri posita monumento intueri; inde tibi tuaeque rei publicae quod imitere capias, inde foedum inceptu foedum exitu quod vites.

Versione tradotta

Le leggende che si tramandano riguardo al periodo prima della fondazione, o circa la fondazione della città, più convenienti a racconti poetici che a sicuri documenti storici, non mi sento nè di accettarle nè di respingerle. All'antichità si da questa concessione, rendere più venerabile le origini della città mescolando l'umano col divino; e se a un popolo è lecito rendere sacre le proprie origini e riferire gli dei come fondatori, tanta è la gloria di guerra per il popolo romano, che, vantando soprattutto Marte come genitore suo e del suo fondatore, le umane stirpi dovrebbero sopportare ciò di buon grado come sopportano l'impero. Ma queste cose e altre simili a queste, in qualunque modo saranno considerate o giudicate,non le terrò in gran conto: ciascuno volga attentamente, con me, l'animo a questo, quale fu la vita, quali furono i costumi, attraverso quali uomini e con quali arti in pace e in guerra sia nato e si sia ingrandito l'impero; poi seguisse con l'animo per vedere come, venendo meno la disciplina, i costumi si siano dapprima rilassati, poi siano discesi sempre più in basso, ed infine abbiano iniziato a cadere a precipizio, finchè si è giunti a questi tempi, in cui non possiamo sopportare nè i nostri vizi nè i rimedi. Questo è soprattutto salutare e fruttifero nella conoscenza delle cose, avere davanti esempi di ogni genere testimoniati da un'illustre tradizione: da qui prenderai ciò che imiterai per il tuo bene o della repubblica, e di qui quello che devi evitare, immorale nel principio e nell'esito.

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