Viene spesso riportata una frase di Foucault il cui significato appare enigmatico: ” un giorno forse il secolo sarà detto deleuziano “. Gilles Deleuze (1925-1995) ò stato senza dubbio un maestro e un pensatore di grande profondità ; però, a parte la collaborazione con Guattari, da cui ò nato uno dei libri più letti e discussi della filosofia contemporanea, “L’Anti-Edipo” (celebre e molto discusso ò l’incipit: ” l’Inconscio caga, fotte e piscia “), il suo lavoro si ò svolto in modo abbastanza appartato, e solo tardivamente i suoi libri hanno iniziato a essere tradotti e conosciuti nel mondo anglosassone. L’affermazione di Foucault ha però una certa verosimiglianza, non tanto o soltanto perchè il secolo sarebbe stato in qualche modo segnato dall’evento del pensiero di Deleuze, quanto perchè Deleuze stesso ò stato fortemente segnato dal pensiero del secolo. La caratteristica del pensiero deleuziano ò il tentativo di pensare la contemporaneità filosofica in termini progressivi e innovativi; in lui si esprime un’idea della filosofia radicalmente sperimentale e fortemente orientata in senso emancipativo. Sperimentazione ed emancipazione (due tipiche parole chiave del Novecento) sono i princìpi orientativi del lavoro filosofico di Deleuze. La sua filosofia si presenta come una forma di costruzionismo (compito della filosofia ò ” creare concetti “, come si ripete nell’ultimo testo scritto in collaborazione con Guattari, “Che cos’ò la filosofia? ” – di qui una certa affinità con i teorici analitici del linguaggio ideale); ma ò dotata di motivi del tutto peculiari. In Deleuze il costruzionismo si connette a una forma di animismo, per cui si ammette che i concetti creati non siano entità inerti, ma al contrario siano capaci di autoformazione, e dunque siano dotati di una vita e una storia (ò questa una circostanza in parte limitativa: lo sperimentalismo deve sempre fare i conti con l’autonomia delle “cose” di cui si occupa). L’ultima conseguenza ò che l’emancipazione in gioco risulta essere un programma vasto e radicale: non ò solo l’emancipazione degli esseri umani, ma ò anche emancipazione degli oggetti e dei concetti. Fin dagli anni Settanta (“Conversazioni”, con Claire Parnet, 1977) il programma deleuziano si presenta come una liberazione del pensiero: liberazione da quelle strettoie logico-linguistiche che impediscono il movimento dei concetti e per questa via giungono a impedire l’effettivo movimento dei corpi.
- 1900
- Filosofia - 1900