La primavera è alle porte: se la tradizione vuole che inizi il 21 marzo, quest’anno 2015 dobbiamo anticiparla di poco. La nuova stagione – che tutti aspettiamo dopo il grigiore dell’autunno e i rigori dell’inverno – inizierà alle ore 22,45 del 20 marzo: manca proprio poco, dunque!
Su Blogo – e su Booksblog in particolare – siamo sempre pronti a celebrare i vari eventi a modo nostro, e cioè facendo ricorso alla poesia. Per festeggiare l’inizio della primavera, ecco, dunque, una poesia di Vincenzo Cardarelli che paragona il rinascere della vita a primavera con l’effervescenza del vino, quello buono.
Oggi la primavera
è un vino effervescente.
Spumeggia il primo verde
sui grandi olmi fioriti a ciuffi
ove il germe già cade
come diffusa pioggia.
Tra i rami onusti e prodighi
un cardellino becca.
Verdi persiane squillano
su rosse facciate
che il chiaro allegro vento
di marzo pulisce.
Tutto è color di prato.
Anche l’edera è illusa,
la borraccina è più verde
sui vecchi tronchi immemori
che non hanno stagione,
lungo i ruderi ombrosi e macilenti
cui pur rinnova marzo il greve manto.
Scossa da un fiato immenso
la città vive un giorno
di umori campestri.
Ebbra la primavera corre nel sangue.
Vincenzo Cardarelli (il cui vero nome era Nazareno) nacque a Tarquinia (Viterbo) nel 1887 e morì a Roma nel 1959. Nel 1919 fondò con altri la rivista La Ronda; collaboratore di numerosi giornali e periodici, dal 1949 diresse La Fiera Letteraria. Nel libro Memorie della mia infanzia, così dice di sé: “Io nacqui forestiero in Maremma, di padre marchigiano, e crebbi come un esiliato, assaporando con commozione precoci tristezze e indefinibili nostalgie. Non mi ricordo la mia famiglia, né la casa dove son nato, esposta a mare, nel punto più alto del paese, buttata giù in una notte come dall’urto di un ciclone, quando io avevo due anni appena”.
- Tesine