La vita
Primo Levi nacque a Torino nel 1919 da una famiglia di origini ebree. Egli frequentò il liceo classico a Torino dove ebbe come insegnanti alcuni antifascisti come Cesare Pavese e Augusto Monti, ma la sua vocazione era per studi scientifici e, infatti, tenne i suoi studi universitari alla facoltà di chimica. Levi riesce a laurearsi a pieni voti nel 1941, nonostante le difficoltà creategli dalle leggi razziali emanate nel 1938. Frequentò amici ed ambienti antifascisti, e durante la guerra si unì ai partigiani sulle montagne della Valle D’Aosta. Alla fine del 1943 venne catturato dalle milizie fasciste e deportato nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Egli, affidato alla fabbrica di Monowizt, che fa parte di un sistema di 39 campi, trova la sistemazione di manovale in una squadra incaricata di costruire un muro. Grazie alle sue conoscenze in chimica gli poi viene affidato un lavoro di laboratorio. Rimane ad Auschwitz fino alla liberazione ad opera dei russi nel gennaio del’45.
Appena fece ritorno a casa, sulla base delle terribili esperienze che visse nel campo di concentramento scrisse “Se questo è un uomo” che all’inizio ebbe un successo piuttosto limitato per le difficoltà che incontrò per la sua pubblicazione. Levi riprese la sua attività di chimico, lavorando in un’azienda di vernici. Proseguì anche a comporre romanzi sui suoi ricordi
di prigionia e sull’olocausto, come “La tregua” (1963). Il romanzo racconta il viaggio di ritorno dal campo di concentramento di Auschiwtz fino a Torino ed ebbe subito un successo internazionale tale da consentire a Levi di essere riconosciuto come un grande scrittore e consentì a “Se questo è un uomo” di divenire uno dei romanzi più letti del dopoguerra.
“La tregua” (1963). Il romanzo racconta il viaggio di ritorno dal campo di concentramento di Auschiwtz fino a Torino ed ebbe subito un successo internazionale tale da consentire a Levi di essere riconosciuto come un grande scrittore e consentì a “Se questo è un uomo” di divenire uno dei romanzi più letti del dopoguerra.
“Se non ora quando” (1982) descrive il viaggio di un gruppo di partigiani ebrei russi che vanno dalla Bielorussia all’Italia passando per la Palestina.
“I sommersi e i salvati” (1986) l’ultimo libro scritto da Levi che, a distanza di molti anni, analizza le esperienze vissute nel Lager e le responsabilità dei vari personaggi dell’olocausto.
Egli scrisse anche dei libri di tipo scientifico legati alla suoi studi di chimica fra i quali i più importanti sono:
“il sistema periodico” (1975) dove lega ad ogni elemento chimico della tavola periodica una storia spesso di carattere autobiografico.
“La chiave a stella” (1978) dove si racconta la vita e il lavoro dell’operaio piemontese Faussone, che gira il mondo per svolgere il suo lavoro di montatore. Nel personaggio, quasi una proiezione dell’autore, spiccano la curiosità intellettuale e un vivo senso della dignità del proprio lavoro.
Levi, in un periodo di depressione ancora tormentato dai ricordi di Auschiwitz, si uccise nel 1987 a Torino.
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- Primo Levi
- Letteratura Italiana - 900