La proposizione infinitiva in latino è una proposizione che compie la funzione logica di soggetto o di complemento oggetto di un’altra proposizione. La proposizione infinitiva si forma ponendo il soggetto nel caso accusativo e il verbo all’infinito presente, perfetto o futuro:
Constat Homerum caecum fuisse.
Si sa che Omero fu cieco (soggetto).
Dicunt Homerum caecum fuisse.
Dicono che Omero fu cieco (complemento oggetto).
La proposizione infinitiva che svolge la funzione di soggetto si chiama infinitiva soggettiva, mentre quella che svolge la funzione di complemento oggetto si chiama infinitiva oggettiva.
Il soggetto nella infinitiva in latino
Nelle proposizioni infinitive il soggetto è in accusativo ed è sempre espresso, anche quando in italiano viene sottinteso. Tutti gli elementi che nell’infinitiva si riferiscono al soggetto, vengono sempre espressi in accusativo:
Omnibus bonis expedit salvam esse rem publicam.
Giova a tutti i buoni che la repubblica sia salva.
Se il soggetto dell’infinitiva è un pronome di III persona (singolare o plurale), troviamo il riflessivo se quando il soggetto coincide con quello della reggente. Se invece il soggetto è diverso, abbiamo l’accusativo del dimostrativo is o ille:
Fines eorum se violaturum negavit.
(Egli) affermò che (egli) non avrebbe violato il loro territorio (stesso soggetto).
Spero eum non discessisse.
(Io) spero che (egli) non sia partito (soggetti diversi).
Il verbo nella infinitiva in latino
Il verbo della proposizione infinitiva va all’infinito presente, perfetto o futuro, secondo il rapporto temporale che la subordinata ha con la reggente:
Infinito presente
Si usa quando l’azione della subordinata è contemporanea a quella della reggente:
Tibi id magnae curae esse scio.
Io so che ciò ti sta grandemente a cuore.
Infinito perfetto
Si usa quando l’azione della subordinata è anteriore a quella della reggente:
Putabam te iam discessisse.
Credevo che tu fossi già andato via.
Infinito futuro
Si usa quando l’azione della subordinata è posteriore a quella della reggente:
Putabam matrem quoque ad me venturam esse.
Credevo che anche mia madre sarebbe venuta da me.
Proposizione infinitiva soggettiva
L’infinitiva soggettiva nel latino funge da soggetto della reggente, e dipende da:
• Verbi impersonali (apparet, interest, constat, ecc…)
• Espressioni impersonali formate dal verbo sum alla III persona singolare + neutro di un aggettivo, sostantivo, genitivo di pertinenza (fama est, verum est)
• Forme passive dei verbi con significato di credenza, opinione (traditum est, fertur)
Proposizione infinitiva oggettiva
L’infinitiva oggettiva nel latino compie la funzione logica di complemento oggetto del verbo della reggente, e si ha in dipendenza da:
• Verba dicendi e declarandi (dico, affirmo, narro)
• Verba sentiendi (sentio, audio, scio)
• Verba voluntatis (volo, nolo, cupio)
• Verba affectum (doleo, laetor, miror)
Come tradurre la proposizione infinitiva
Quando traduciamo dal latino un’infinitiva in forma esplicita, il tempo del verbo varia in base al tempo usato nella reggente e al rapporto temporale tra questo e il verbo dell’infinitiva. Ecco uno specchietto utile:
Reggente | Infinitiva |
presente | Puto te amare. Penso che tu ami (contemporaneità). Puto te amavisse. Penso che tu abbia amato/hai amato (anteriorità). Puto te amaturum esse. Penso che tu amerai (posteriorità). |
passato | Putabam/Putavi te amare. Pensavo/pensai che tu amassi/amavi (contemporaneità). Putabam/putavi te amavisse. Pensavo/pensai che tu avessi amato/avevi amato (anteriorità). Putabam/Putavi te amaturum esse. Pensavo/pensai che tu avresti amato (posteriorità). |
futuro | Putabo te amare. Penserò che tu amerai (contemporaneità). Putabo te amavisse. Penserò che tu hai amato (anteriorità). Putabo te amaturum esse. Penserò che tu in seguito amerai (posteriorità). |
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