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Prima Prova Maturità: il valore dell’amicizia
In un’era scandita da ritmi frenetici e da un uso abnorme dei mezzi mediatici, sembrano che si siano persi quei valori dettati da una giusta morale. Fra i tanti si pone la riflessione sul tema dell’amicizia. Esso ha acquisito, nel tempo, valenze diverse. All’inizio era inteso sulla base di autentici principi morali. Oggi, camminando per le strade e ascoltando casualmente i discorsi tra conoscenti, si nota che si attribuisce all’amicizia una connotazione diversa dal suo significato pregnante. Infatti si tratta di un’amicizia interessata, volta unicamente al tornaconto di un singolo individuo.
Allora mi chiedo: quali significati attribuire all’amicizia? Secondo la mia personale opinione, sia essa etica che morale, il termine “amicizia” deve indicare un affetto vivo e reciproco che non sia volto esclusivamente all’interesse di un singolo individuo, ma al bene collettivo.
Questo tema, dunque, fin dall’antichità è stato un’occasione di riflessione, tanto che molti letterati e artisti trassero ispirazione proprio da essa. Nel mondo romano-repubblicano, Cicerone, nell’opera intitolata De amicitia, affermava che la vita non era tale senza amicizia e che l’uomo, in quanto essere vivente, senza di essa non aveva la condizione di libertà. A mio avviso, tale affermazione è retta da principi solidi ed esprime verità. Infatti l’uomo che non gode della vera amicizia diventa introverso e schiavo delle sue angosce e paure, vivendo in una perenne disperazione. È, dunque, vero che l’amico è un sostegno dolce e caro, perché è capace di far superare, attraverso consigli, i momenti più brutti della vita. Questa affermazione si evince anche da una famosa pagina de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. L’autore racconta l’incontro tra Renzo e un amico, avvenuto dopo un’assenza di forse due anni. I due amici, contenti di essersi ritrovati, si confidano le loro avventure avvenute durante il periodo di separazione. E così, anche parlando di sventure e di «cose che non si sarebbe mai creduto di vedere», trovano sollievo.
L’amicizia, inoltre, va coltivata nella gioia, ma anche e soprattutto nel dolore, come nel caso espresso da Verga nel passo Vita dei campi della novella Rosso Malpelo, in cui il protagonista, anche se squattrinato, cerca di dare sollievo con dei beni materiali agli affanni dell’amico Ranocchio, che soffre a causa della febbre e della tosse. In questo passo, quindi, è evidente che l’amicizia è un sentimento privo di valore economico.
Emblematico fra tutti è il passo tratto da L’amico ritrovato di Uhlman, in cui l’amicizia viene messa in risalto come sentimento imprevedibile, in quanto il protagonista non ricorda quando Konradin dovesse diventare suo amico. Ma, oltre all’imprevedibilità, l’amicizia è esaltata dall’atto estremo della morte per la salvezza dell’amico.
Ma come raffigurare un tale sentimento? Raffaello, con grande maestria, immortala l’amicizia con un’enorme forza espressiva del volto del personaggio e con grande sicurezza nei gesti.
Dunque, per me l’amicizia, oltre ad avere le caratteristiche sopra elencate, deve essere soprattutto un sentimento eterno, capace di sconfiggere il tempo e l’ambiguità, come esprime bellamente il poeta fiorentino Dante ne Le rime e il cantante Renato Zero nella canzone Amico, che si conclude con una sincera ed espressiva affermazione: «Amico è bello, amico è tutto, è l’eternità, è quello che non passa mentre tutto va».
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