Purgatorio: Parafrasi IV Canto - Studentville

Purgatorio: Parafrasi IV Canto

Quando per un’impressione di piacere o di

dolore, che una qualche potenza della nostra anima riceve in sé, l’anima si concentra tutta in quella facoltà, sembra allora

che essa non presti più attenzione a nessun’altra sua facoltà; e questo fatto é una prova contro quella dottrina errata la

quale ritiene che in noi si formino più anime una accanto all’altra.
E perciò. quando si ascolta o si vede qualcosa che

attiri a sé fortemente l’anima, il tempo trascorre senza che uno se ne accorga, poiché una è la facoltà che percepisce il

passare del tempo (che l’ascolta: la facoltà intellettiva), e una altra (la facoltà sensítiva) è quella che concentra in sé

l’anima intera: questa è come legata (alle impressioni che percepisce), quella invece è sciolta da ogni ufficio (perché

l’attenzione dell’anima è rivolta altrove).
Di questo fatto io ebbi personale esperienza, ascoltando e guardando

intensamente Manfredi; infatti di oltre cinquanta gradi era salito il sole (esso percorre quindici gradi ogni ora: perciò sono

trascorse più di tre ore dal levarsi del sole e dall’apparizione dell’angelo nocchiero), ed io non me ne ero accorto, quando

giungemmo in un punto in cui quelle anime ci gridarono tutte insieme: « Questo è il luogo di cui ci avete domandato ».
Il

contadino quando l’uva incomincia a maturare (imbruna; bisogna perciò difenderla dai ladri) spesso con una piccola forcata di

spine chiude con questi pruni un’apertura della siepe più larga di quello che non fosse il sentiero lungo il quale salimmo

Virgilio, ed io dietro di lui, soli, dopo che la schiera delle anime si era congedata da noi.
E’ possibile arrivare a

Sanleo (borgo del ducato d’Urbino, posto su un ripido colle che si raggiungeva con un sentiero scavato nella roccia) e

scendere a Noli (cittadina della riviera ligure di ponente, alla quale si accedeva scendendo lungo pareti a picco sul mare),

salire sul Bismantova (alto monte dell’Appennino nel territorio di Reggio Emilia) fin sulla vetta solamente coi piedi; ma qui

è necessario che si voli; dico con le ali veloci e con le piume del grande desiderio, seguendo quella guida che mi dava

speranza e mi faceva luce.
I mezzi necessari per salire il monte del purgatorio – la cui ripidità supera ogni confronto

umano – sono quelli spirituali: “colla fede e colla speranza che sono l’ali che portano i virtuosi e fedeli” (Anonimo

Fiorentino).
Salivamo per un sentiero scavato nella roccia, e (era tanto angusto che) le sue sponde ci stringevano a destra

e a sinistra, e il suolo sottostante costringeva ad aiutarsi con i piedi e con le mani.
Dopo essere giunti al termine

dell’alta parete (alta ripa; essa costituisce la base del monte), su uno spiazzo aperto (non incassato nella roccia), dissi: «

Maestro, che via seguiremo? »
Ed egli mi rispose: « Il tuo passo non pieghi né a destra né a sinistra: avanza sempre verso

l’alto seguendo me finché ci appaia qualche guida esperta del cammino ».
La vetta del monte era così alta che superava ogni

possibilità della nostra vista, e il pendio era assai più ripido di una linea condotta dal punto mediano di un quadrante al

centro del cerchio (poiché il quadrante di un cerchio corrisponde ad un angolo al centro di 90 gradi, la linea ha

un’inclinazione di 45 gradi: la costa perciò è quasi perpendicolare al monte).
Ero stanco, quando dissi: « O dolce padre,

volgiti, e guarda che rimango indietro, solo, se non ti fermì ad’ aspettarmi ».
« Figliolo, cerca di trascinarti fin qui »

disse, indicandomi un ripiano poco più in alto, che cingeva tutto il monte dalla, parte a noi visibile».
Le sue parole mi

spronarono a tal punto, che riunii tutti i miei sforzi, procedendo a carponi dietro di lui, finché raggiunsi quella

sporgenza.
Lì ci sedemmo entrambi rivolti verso oriente, da dove eravamo saliti, poiché guardare il cammino già fatto suole

apportare conforto e gioia agli uomini.
Dapprima volsi lo sguardo verso la spiaggia; poi lo alzai verso il sole, e mi

accorsi con stupore che i suoi raggi ci colpivano provenendo da sinistra.
Virgilio si accorse facilmente che io guardavo

tutto stupefatto il sole, là dove entrava nel suo cammino fra noi e il settentrione.
Per questo egli mi disse: « Se la

costellazione dei Gemelli (Castore e Polluce) fosse in compagnia del sole che rischiara alternativamente l’emisfero

settentrionale e quello meridionale, tu vedresti la parte rosseggiante dello Zodiaco (la via percorsa dal sole) ruotare ancora

più vicina alla costellazione delle Orse (cioè al polo artico, essendo la costellazione dei Gemelli più a nord di quella

dell’Ariete con la quale il sole era allora in congiunzione), a meno che il sole non deviasse dal suo cammino abituale.
Se

vuoi sapere come ciò avvenga, pensa, raccogliendoti in te stesso che Gerusalemme e il monte del purgatorio si trovano sulla

terra
in modo tale che tutti e due hanno lo stesso orizzonte astronomico e giacciono in diversi emisferi; per questo la

strada (cioè la eclittica) che male Fetonte (cfr. Inferno XVII 107-108) seppe percorrere col carro del sole, vedrai come è

necessario che corra, rispetto al monte del purgatorio, da un lato (cioè da destra a sinistra) e, rispetto a Gerusalemme, da un

altro (cioè da sinistra a destra), se la tua mente bene discerne».
« Di certo, maestro mio » dissi « non ho mai compreso

così chiaramente alcuna cosa davanti alla quale il mio ingegno appariva insufficiente, come ora comprendo
che il cerchio

mediano della rotazione celeste, che in astronomia si chiama Equatore, e che rimane sempre tra il sole e l’inverno, (perché

quando in un emisfero è inverno, nell’altro è estate e viceversa),
per il motivo che tu dici (cioè che il purgatorio è agli

antipodi di Gerusalemme), da questo monte si allontana verso settentrione, mentre gli Ebrei (quando abitavano la Palestina) lo

vedevano allontanarsi verso il sud.
Ma se tu vuoi, volentieri desidererei sapere quanto cammino resta da percorrere, perché

il monte si innalza più di quanto possa salire il mio sguardo. »
Ed egli: « Questo monte è tale, che la ascesa è sempre

ardua per chi l’inizia dal basso; ma quanto più si sale tanto meno essa appare faticosa.
Perciò, quando essa ti sembrerà

dolce a tal punto, che il salire diventerà per te facile come procedere su una nave seguendo la corrente, allora sarai giunto

alla fine di questo cammino: qui soltanto potrai riposarti dell’affanno della salita. Non ti rispondo oltre, e questo so come

cosa certa ».
E non appena egli ebbe finito di parlare, risuonò vicina una voce: « Forse avrai bisogno di ríposarti prima dì

giungere lassù! »
Al suono di questa voce entrambi ci volgemmo, e scorgemmo a sinistra un grosso macigno, del quale né io né

Virgilio ci eravamo prima accorti.
Lo raggiungemmo con fatica; e lì c’era un gruppo di anime che giacevano all’ombra di

questa rupe nell’atteggiamento che suole indicare pigrizia.
Sono le anime di coloro che, per negligenza e pigrizia,

aspettarono a pentirsi alla fine della vita e che devono rimanere nell’antipurgatorio tanto tempo quanto vissero.
E una di

loro, che mi sembrava stanca, sedeva abbracciando le ginocchia, e abbandonando il viso tra esse.
« O mia dolce guida » dissi

« osserva quello che appare più negligente degli altri, come se la pigrizia fosse una sua sorella. »
Allora quello si volse

verso di noi, e guardò, muovendo solo gli occhi lungo la coscia (senza alzare il viso), e disse: « Sali tu ora, dal momento che

sei così bravo! »
Riconobbi allora chi era, e l’affanno che rendeva ancora un poco affrettato il mio respiro, non mi impedì

di accostarmi a lui; e dopo che gli giunsi accanto, sollevò un poco la testa, dicendo: « Hai capito bene come il sole manda i

suoi raggi dalla parte sinistra? »
I suoi atti pigri e le sue parole brevi mossero un poco le mie labbra al sorriso; poi

dissi: « Belacqua, io non sono più in ansia per te ormai (sapendoti salvo); ma dimmi: perché te ne stai seduto appunto qui?

aspetti forse una guida, oppure sei stato ripreso dalla pigrizia abituale?»
E quello; « Fratello, che giova il salire?

infatti l’angelo di Dio che custodisce la porta del purgatorio non mi lascerebbe affrontare le pene dell’espiazione.
E’

necessario che prima il cielo giri intorno a me fuori di quella porta, per tutto il tempo che mi girò intorno in vita, poiché

rimandai fino all’estremo il pentimento,
se non mi aiuta prima la preghiera che sgorga da un cuore in grazia di Dio: che

vale l’altra (quella del peccatore), che non è esaudita in cielo? »
E già Virgilio, saliva precedendomi, e dicendomi, «

Vieni ormai: vedi che il sole è al meridiano (è tocco meridian dal sole: è cioè mezzogiorno) mentre (nell’emisfero boreale)

sulla riva dell’Oceano
la notte già si distende fino al Marocco (Morrocco: esso costituiva l’estrema parte occidentale

della terra abitata) ».

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