Per Tacito il vir politicus, incarnato dal personaggio di Agricola, dev’essere un onesto collaboratore dello Stato; le sue principali doti devono essere l’obsequium e la modestia, intesa come senso della disciplina. Nella condotta dell’uomo politico deve sempre essere tenuto presente l’interesse superiore dello Stato e per questo sono criticate tutte le sterili forme di opposizione, che facevano riferimento a una rigida interpretazione della morale stoica. Un vero servitore della patria per Tacito non abbandona mai lo Stato ma, se è necessario, è disposto anche a collaborare con principi e sovrani dispotici pur di mettere la sua opera a servizi della res publica. L’intera vita del suocero, che era stato un collaboratore di Domiziano, viene narrata alla luce di questa impostazione.
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