Ego si Scipionis desiderio me moveri negem, certe mentiar. Moveor enim, tali amico orbatus, qualis, ut arbitror, nemo umquam erit. Sed non egeo medicina: me ipse consolor, quod eo errore careo, quo amicorum decessu plerique angi solent. Nullum malum accidisse Scipioni puto: mihi accidit, si quid accidit, suis autem incommodis graviter angi non amicum, sed se ipsum amantis proprium est. Apud me antiquorum auctoritas valet vel nostrorum maiorum, qui mortuis tam religiosa iura tribuerunt – quod non fecissent profecto, si nihil ad eos pertinere arbitrarentur -, vel illius Socratis, qui Apollinis oraculo sapientissimus est iudicatus, qui adfirmabat animos hominum esse divinos iisque, cum ex corpore excessissent, reditum in caelum patere. Id si ita est, ut optimi hominis animus in morte facillime evolet e vinclis corporis, cui censemus cursum ad deos faciliorem fuisse quam Scipioni?
Versione tradotta
Se dicessi di non soffrire per la mancanza di Scipione, certamente mentirei. E in verità soffro, (perché) privato di un amico quale, credo, nessuno sarà mai. Ma non ho bisogno di una medicina: mi consolo da me, perché non cado nell'errore per il quale i più sogliono essere angosciati dalla morte degli amici. Penso che non sia accaduto nulla di male a Scipione: se qualcosa è accaduto, è accaduto a me, ma affliggersi profondamente per le proprie disgrazie è tipico non di un amico, bensì di chi ama se stesso. Per me vale di più l'autorità degli antichi o dei nostri antenati, che non avrebbero sicuramente tributato ai morti diritti così sacri se avessero pensato che ad essi non ne spettasse alcuno -, o dello stesso Socrate, che fu giudicato dall'oracolo di Apollo il più saggio (fra gli uomini), il quale affermava che l'anima dell'uomo è divina e che, una volta staccatasi dal corpo, ha spalancato (dinanzi a sé) il ritorno al cielo. Se davvero(lett. Se è così che), in (occasione della) morte, l'anima dell'uomo eccellente vola via assai facilmente dalle catene del corpo, chi pensiamo possa aver avuto un cammino verso gli dèi più agevole di quello di Scipione (lett. per chi pensiamo che il cammino verso gli dèi sia stato più agevole che per Scipione)?
- Letteratura Latina
- Lingua Viva 2
- Versioni dai Libri di Esercizi