Ripercorri le tappe fondamentali della Prima Guerra Mondiale
Nei decenni precedenti lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’Europa dava la falsa impressione di godere di forza e prosperità. In realtà, c’erano già le avvisaglie di una crisi profonda che colpiva la cultura e l’economia. Alcune zone, infatti, provocavano forti tensioni tra gli stati che volevano aumentare sempre più la loro sfera di dominio. Tra i luoghi contesi c’era la Penisola Balcanica, che attirava l’attenzione di Austria e Russia. Inoltre, c’erano forti tensioni tra Francia e Germania e una rivalità commerciale e navale tra la stessa Germania e Inghilterra. L’Europa, quindi, risultava divisa in due blocchi contrapposti: la Triplice Intesa, a cui aderivano Francia, Inghilterra e Russia, e la Triplice Alleanza, di cui facevano parte Austria, Germania e Italia.
La situazione internazionale cominciò a degenerare nel 1908, quando la Bosnia Erzegovina fu annessa dall’Austria. Quest’atto provocò la reazione dei Serbi al dominio austriaco. Essa culminò il 28 giugno 1914 con l’uccisione, da parte di uno studente serbo, del successore al trono d’Austria, Francesco Ferdinando d’Asburgo, e di sua moglie. La reazione austriaca non tardò a farsi sentire. L’Austria, infatti, inviò subito un ultimatum alla Serbia, intimandole di dare inizio alle indagini alle quali avrebbe partecipato anche la stessa Austria. La Serbia rifiutò questa decisione e, il 28 luglio del 1914, ci fu la dichiarazione di guerra da parte dell’Austria. Scattò immediatamente il sistema delle alleanze: la Germania si schierò a fianco dell’Austria, dichiarando guerra alla Russia e alla Francia. Belgio e Lussemburgo, invece, si dichiararono neutrali. La Germania, però, invase queste due nazioni neutrali, provocando l’intervento militare dell’Inghilterra. Subito dopo anche il Giappone dichiarò guerra alla Germania, limitandosi, però a combattere contro i possedimenti tedeschi presenti in Asia.
La guerra doveva essere veloce (guerra lampo). Secondo i piani dell’Alleanza, infatti, la Francia avrebbe dovuto essere piegata in poche settimane in seguito all’invasione del Belgio e poi il conflitto si sarebbe dovuto spostare contro la Russia a est. La Francia, però, resistette agli attacchi dei nemici e i piani tedeschi fallirono. La guerra, così, si trasformò in un conflitto di posizione combattuto in enormi buche scavate nella terra, le trincee: si lottava all’ultimo sangue anche per conquistare poche centinaia di metri. Ecco perché la Prima Guerra Mondiale è stata definita “guerra di logoramento”. Sul fronte orientale la situazione era incerta: né la Russia né la Germania sembravano avere la meglio l’una sull’altra. La situazione sembrò risolversi con l’intervento della Turchia a favore dell’Alleanza.
Anche l’Italia, all’indomani dello scoppio della guerra, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, si dichiarò neutrale. Questa decisione fu presa perché il patto che aveva stipulato con Austria e Germania era a carattere difensivo: l’Italia, cioè, avrebbe dovuto aiutare l’Austria o la Germania solo se esse fossero state attaccate da qualche stato straniero. Invece, era stata l’Austria a dichiarare guerra. Veniva meno, quindi, il carattere difensivo del Trattato. Nella nazione, però, si formarono due gruppi: gli interventisti, favorevoli alla guerra in quanto rivendicavano il possesso di Trento, Trieste, dell’Istria e della Dalmazia, e i neutralisti, che, invece, rifiutavano un qualsiasi intervento bellico. Il governo italiano entrò in trattative sia con l’Austria sia con l’Intesa. L’esito di queste trattative fu la stipula del Patto di Londra (1915) ad opera di Sannino: con esso l’Italia decise di entrare in guerra a favore dell’Intesa, e dunque contro Austria e Germania, in quanto le era stata promessa da Francia e Inghilterra l’assegnazione del Trentino, dell’Alto Adige, di Trieste, dell’Istria e della Dalmazia (escluso Fiume). Inoltre l’Italia avrebbe esercitato il suo protettorato sull’Albania e mantenuto il possedimento delle isole del Dodecaneso. Il 24 maggio 1915, quindi, l’Italia dichiarò guerra all’Austria. L’inizio dei combattimenti, però, fu sfavorevole all’Italia. Sebbene più numeroso, l’esercitò italiano era arretrato militarmente e, dunque, fu sconfitto duramente dagli Austriaci. Nel 1917, infatti, le truppe austriache sfondarono a Caporetto e penetrarono nel territorio italiano. Questo disastro fece sì che il comando dell’esercito italiano passasse da Cadorna a Diaz. Il nuovo fronte italiano, quindi, si stabilì sull’Isonzo.
Intanto, anche in Europa si combatteva aspramente, senza arrivare, però, a nessun risultato concreto. La situazione cambiò nel 1917. La Russia, infatti, dovette fronteggiare due rivoluzioni interne (la prima e la seconda rivoluzione russa) e fu costretta a stipulare una pace separata (la pace di Brest-Litovsk, nel 1918). Inoltre, nello stesso anno, si vide l’entrata in guerra, a fianco dell’Intesa, degli Stati Uniti, spinti a combattere per salvaguardare i loro interessi economici nel Vecchio Continente. Questa situazione favorì, quindi, i paesi dell’Intesa. I Tedeschi, infatti, capitolarono in Francia. In Italia, l’esercito comandato da Diaz scacciò gli Austriaci dal territorio nazionale. In seguito a tale sconfitta, l’impero austro-ungarico si disintegrò. Nel 1918, dunque, Austria e Germania furono costrette a firmare la capitolazione.
I trattati di pace stipulati nel 1919 diedero un nuovo assetto politico e territoriale all’Europa. La Germania fu costretta a pagare gli ingenti danni di guerra e a ridurre il suo esercito; perse il suo impero coloniale, diviso tra Inghilterra, Francia e Giappone, e l’Alsazia e la Lorena ritornarono alla Francia. In Polonia, fu creato il cosiddetto Corridoio di Danzica, che garantiva ai Polacchi lo sbocco sul mare. Nacquero nuovi stati (la Cecoslovacchia, la Polonia e la Jugoslavia). L’Albania fu resa indipendente, mentre all’Italia furono dati il Trentino, l’Alto Adige, Trieste e parte dell’Istria. Anche l’impero turco fu ridotto, mentre nell’Europa orientale si vide anche il nascere di nuovi stati indipendenti (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania). Queste decisioni, però, non furono in grado di garantire un lungo periodo di pace all’Europa.
Stefania Annunziata
- Tesine