Statura fuit eminenti, colore expallido, corpore enormi, gracilitate magna cervicis et crurum, oculis et temporibus concavis, fronte lata et torva, capillo raro at circa verticem nullo, hirsutus cetera. Os vero naturà horridum ac taetrum etiam ex industria efferabat, quia id componebat ad speculum in omnem terrorem ac formidinem. Valitudo ei neque corporis neque animi constitit. Puer comitiali morbo vexatus est, in adulescentia satis patiens laborum erat. Forsitan potionatus est a Caesonia uxore amatorio quidem medicamento, sed quod in furorem vertit. Incitabatur insomnio maxime; neque enim plus quam tribus nocturnis horis quiescebat neque placida quiete, sed pavida miris imaginibus. Ideoque magna parte noctis vigiliae cubandique taedio nunc toro residebat, nunc per longissimas porticus vagus invocabat identidem atque expectabat lucem.
Versione tradotta
Fu di eminente statura, di colore molto pallido, di corpo enorme, di grande gracilità di collo e gambe, di occhi e tempie scavati, fronte larga e torva, di capigliatura rada e assente verso la sommità, per il resto villoso. Imbruttiva anche di proposito la bocca, invero orrida e tetra per natura, poiché la atteggiava allo specchio in ogni terrore e spavento. In lui non ci fu vigore né nel corpo né nell'anima. Da bambino fu tormentato dall'epilessia, durante l'adolescenza era abbastanza resistenze alle fatiche. Forse gli fu fatto bene dalla moglie Cesonia un qualche infuso d'amore, ma ciò lo portò alla follia. Era agitato tantissimo dall'insonnia; infatti non dormiva più di tre ore a notte, non di un riposo tranquillo, ma sconvolto da sogni sconvolgenti. E quindi gran parte della notte per il tormento della veglia e dello stare sdraiati, ora stava seduto sul letto, ora attraverso lunghissimi porticati, girovago, invocava e aspettava la luce.
- Letteratura Latina
- Lingua Magistra 1
- Versioni dai Libri di Esercizi