Caesar fuisse traditur excelsa statura, nigris vegetisque oculis, capite calvo; quam deformitatem aegre ferebat, quod saepe obtrectantium iocis esset obnoxia. Itaque ex omnibus honoribus sibi a senatu atque a populo decretis nihil aliud accepit aut libentius usurpavit quam ius laureae perpetuo gestandae. Eum vini parcissimum fuisse ne inimici quidem negaverunt; unde Cato Uticensis dicere solebat unum Caesarem, ex omnibus qui rem publicam evertere conati essent, sobrium fuisse. Armorum et equitandi peritissimus fuit, laboris ultra fidem patiens. In agmine nonnumquam equo, saepius pedibus anteibat, capite detecto, seu sol seu imber esset. Longissimas vias incredibili celeritate confecit, (adeo) ut persaepe nuntios de se praevenerit. Neque eum morabantur flumina, quae nando vel inflatis utribus innixus traiciebat.
Versione tradotta
Si racconta che Cesare sia stato di elevata statura, con occhi neri e vivaci, calvo di testa, un difetto, questo, che mal sopportava, poiché spesso era oggetto di derisione dei suoi detrattori. Così, decretati per sé tutti gli onori da parte del senato e del popolo, niente altro ricevette o usò volentieri quanto il diritto di portare per sempre una corona dalloro. Nemmeno i suoi avversari negarono che egli bevesse pochissimo il vino; da ciò Catone Uticense era solito dire che il solo Cesare, tra tutti coloro che avevano tentato di sovvertire la forma dello stato, era sobrio. Fu assai esperti di armi e cavalleria, sopportava le fatiche ben oltre le attese. In campo qualche volta andava avanti a cavallo, ma più spesso a piedi, con il capo coperto, sia che ci fosse sole o pioggia. Compì lunghissimi viaggi con incredibile rapidità, a tal punto che più volte precedeva le notizie che lo riguardavano. Non lo fermavano i fiumi, che attraversava a nuoto o appoggiato su otri gonfi.
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