La rivoluzione americana fu la guerra d'indipendenza delle tredici colonie americane contro la loro madrepatria, la Gran Bretagna.
Premessa
Le colonie americane sono state, fin dall’inizio, posti d’immigrazione per i perseguitati in patria per motivi politici, religiosi, o solamente sono stati luoghi in cui si cercava fortuna.
Verso la metà del ‘700 in America si erano formate tredici colonie. Le quattro colonie del nord erano di stampo Puritano, avevano un’economia fondata su un’agricoltura cerealicola, il commercio ittico, di legname e di pelli. Le colonie del centro economicamente erano uguali alle colonie del nord, ma la formazione sociale era molto variegata. Quelle del sud erano per la maggioranza anglicane, e avevano un’economia di piantagione con coltivazioni di tabacco e riso. Tutte commerciavano lo zucchero di canna con le Antille per la produzione di rhum, che scambiavano con la manodopera negriera importata dalle coste africane.
Lo Sugar Act
Dopo la guerra dei Sette Anni l’Inghilterra aveva bisogno di nuove entrate per rientrare dalle grandi spese dovute alla guerra appena finita. Giorgio III emise lo Sugar Act, cioè:
- imponeva la riscossione di tasse e controlli sui commerci clandestini
- nel 1766 vi fu anche la tassa sul bollo, che veniva utilizzato per tutti i documenti in carta da bollo che testimoniavano rapporti commerciali e giuridici.
Ovviamente tutti i coloni si ribellarono a queste misure, non tanto per la somma di denaro ma per una questione di principio: perché essi non avevano neanche un organo che li rappresentasse in Senato e quindi in teoria non erano tenuti a pagare queste tasse. La situazione rimase tesa per parecchio tempo, nonostante il re avesse anche abbassato alcune tasse. Cosi nel 1773, quando venne concesso il monopolio del commercio del Tè alla compagnia delle Indie, la nave che entrava nel porto di Boston venne presa d’assalto (Boston Tea Party): questo fu l’inizio della rivoluzione americana.
Nel 1774 il Primo Congresso di Philadelphia decise di armare le colonie con a capo George Washington. In aprile dell’anno seguente vi fu la prima vittoria americana a Lexington grazie alla grande conoscenza del territorio e anche a causa di alcuni errori strategici inglesi.
La dichiarazione d'indipendenza
Il 4 luglio 1776 il Congresso emanò la Dichiarazione d’Indipendenza scritta da Thomas Jefferson e Thomas Paine.
Un’altra grande vittoria si ebbe l’anno successivo a Saratoga. La fine si ebbe nel 1781 a Yorktown e la pace di Parigi del 1783 che segnò ufficialmente l’indipendenza delle colonie americane. Dobbiamo inoltre ricordare che non tutti erano d’accordo con queste decisioni:
- I lealisti non volevano staccarsi dalla madrepatria
- Il movimento repubblicano (maggioranza) invece voleva una dichiarazione di indipendenza politica
La federazione delle tredici colonie
Successivamente alla Dichiarazione si presentò il problema della scelta della struttura politica. Era certo che una monarchia era impensabile, e si era indecisi tra:
- confederazione, costituita da Stati che mantengono la loro autonomia rispetto ad un governo centrale che ha un compito rappresentativo
- federazione, in cui il governo centrale decide in merito ad aspetti fondamentali come l’unità monetaria, la politica estera, ma si ha una certa autonomia giuridica.
Alla fine si decise per la federazione, perchè gli Stati erano ancora deboli che temevano per la loro unione a rischio di smembramento.
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